Lazio, Romagnoli sfida il passato: è sempre questione di rigori
RASSEGNA STAMPA - Alessio Romagnoli torna a sfidare il suo passato a pochi giorni di distanza dal match di San Siro. Lui, protagonista di quel calcio di rigore non fischiato per fallo di mano di Pavlovic, tornerà a vivere le emozioni di affrontare una squadra di cui è stato capitano e con la quale ha alzato al cielo uno Scudetto da leader dello spogliatoio. Come scrive l'edizione odierna del Corriere dello Sport, per Romagnoli la partita contro il Milan non sarà mai una partita come le altre, soprattutto in Coppa Italia.
I PRECEDENTI - L'ultimo precedente risale al 2022, quando il centrale romano vestiva ancora rossonero e faceva coppia con Kalulu. La squadra all'ora di Stefano Pioli vinse per 4-0 contro quella di Sarri, infliggendo una cocente sconfitta ai quarti di finale. Il ricordo più particolare, però, è sicuramente datato 28 febbraio 2018, quando Romagnoli segnò l'eliminazione della Lazio dal torneo realizzando il rigore decisivo, dopo 120' lunghissimi e senza reti. In quell'occasione si alzò dalla Nord uno striscione con scritto: "Romagnoli cuore laziale", come a voler prevedere un futuro che lo avrebbe finalmente riconciliato, anni dopo, con la sua fede.
ROMAGNOLI TRA PASSATO E PRESENTE - Oggi Romagnoli è leader della Lazio. Starà a lui caricarsi sulle spalle la responsabilità di un gruppo che, arrabbiato, cercherà di riprendersi quanto lasciato a San Siro sabato scorso, in quel penalty non fischiato sulla conclusione dello stesso Romagnoli. Starà a lui predicare calma quando servirà star calmi, caricare di adrenalina i compagni quando ci sarà necessità di spingere. La sfida contro il passato è in qualche modo una sfida anche contro sé stesso. Si sarà sentito tradito quando nel 2018 fu chiamato a far male alla sua squadra del cuore, avrà sentito un conflitto interiore indescrivibile percorrendo quei metri verso il dischetto, sotto la pioggia battente dell'Olimpico. Ora, però, avrà l'occasione di riprendersi tutto con gli interessi.
