Coronavirus, Kolarov: "Il calcio non è una priorità. Difficile ricominciare..."

Aleksandar Kolarov parla dell'emergenza Coronavirus e spiega come vive la quarantena e come combattere la diffusione del virus...
20.03.2020 09:15 di  Antoniomaria Pietoso  Twitter:    vedi letture
Fonte: Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Coronavirus, Kolarov: "Il calcio non è una priorità. Difficile ricominciare..."
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

"Il calcio non è una priorità in questo momento. E francamente non so come si possa ricominciare a maggio e finire entro il 30 giugno. Lo spero, ma non sono molto ottimista. Speriamo tutti che possa succedere. Vorrei scendere in campo prima possibile, ma dobbiamo ragionare. Considerando l’Europa League, dovremmo giocare 17 o 18 partite in due mesi. Fisicamente lo sopporteremo in qualche modo, ma vista la situazione in Italia non so come possa succedere. Nessuno può saperlo o pianificare qualcosa, non si sa quanto tempo potrebbe richiedere. In Cina, hanno messo le cose sotto controllo per quattro mesi e il loro regime è molto più rigoroso che in qualsiasi altra parte d’Europa. Anche se mi piacerebbe che si iniziasse a giocare, sono pessimista al riguardo". A parlare così è Aleksandar Kolarov che si è raccontato al portale sportklub.rs commentando il momento del calcio sconvolto dall'emergenza coronavirus. Il giocatore della Roma apprezza la decisione di rinviare di un anno gli Europei e racconta la sua quotidianità durante la quarantena: “Quattro, cinque giorni fa, ogni giocatore ha ricevuto un programma e comunichiamo costantemente con lo staff. Ci hanno portato le cyclette e anche alcune cose da mangiare, in modo da non dover uscire o uscire il meno possibile. Io sono uscito appena due volte. Da programma dovremmo rivederci domenica, ma non credo succederà. Grazie a Dio nessuno della Roma ha il virus ma, se iniziassimo ad allenarci, probabilmente accadrebbe. È probabile che il ritorno allora venga ritardato di altri sette giorni. Ho degli allenamenti privati ​​che faccio e posso correre nel giardino, ma è molto difficile mantenere la forma fisica richiesta per il calcio. Quando ci riuniremo di nuovo dovremmo iniziare a giocare le partite, ma non so come sarà fattibile. Alcuni giocatori vivono in appartamenti e non hanno le condizioni per allenarsi normalmente. Quindi ci vorrà più tempo per entrare nel ritmo della competizione. Ma nessuno ci sta pensando in questo momento”.

COMBATTERE IL VIRUS - Il serbo fa anche un appello per combattere il virus:  “Molti non hanno preso sul serio la situazione. Tutti dovrebbero essere responsabili non solo di se stessi, ma anche delle altre persone. Gli esperti stanno lavorando duramente per aiutare tutti noi. Dobbiamo essere responsabili. Se si dice che bisogna restare a casa, si resti a casa a casa. L’autodisciplina e il rimanere a casa possono risolvere questo problema. Se continuiamo così, non lo risolveremo. Se saremo disciplinati, invece, avremo bisogno di meno tempo per uscirne. Gli italiani mentalmente sono simili a noi serbi. Non riescono a capire bene la prima volta. Il coronavirus ha colpito inizialmente il nord d’Italia. Prima non c’erano casi al sud e ora ce ne sono come nel nord. L’hanno capito con calma, quando la situazione a Milano, Bergamo e Brescia ha iniziato a essere catastrofica. Ora le limitazioni sono molto severe e penso che saranno ancora più rigorose perché ci sono persone che non aderiscono alle misure prescritte”. 

CORONAVIRUS, IL GOVERNO PENSA A MISURE PIù STRETTE: LE ULTIME

CORONAVIRUS, IL PAZIENTE UNO STA MEGLIO 

CLICCA QUI PER TORNARE IN HOMEPAGE