Lazio-Ipswich, 43 anni fa una notte di ordinaria follia. Oddi: "Il finimondo per colpa dell'arbitro"

La notte del 7 novembre 1943 entra di diritto nella storia della Lazio: una delle pagine più folli scritte da quella squadra che qualche mese più tardi riuscirà nell’impresa di vincere lo Scudetto. Siamo al secondo turno di Coppa Uefa e i ragazzi di Maestrelli escono sconfitti nella partita di andata per 4-0 dall’Ipswich Town, che il turno precedente ha eliminato il Real Madrid. Al ritorno la Wilson e compagni stringono un patto d’acciaio per cercare di rimontare e chiedono l’aiuto dei tifosi. In 50.000 rispondono presente e trasformano l’Olimpico in una bolgia. Pronti via e Lazio già in vantaggio con Garlaschelli mentre a metà primo tempo è Chinaglia a battere il portiere Best per il 2-0. Il clima si accende e la rimonta biancoceleste viene vanificata dall’arbitro olandese Van der Kroft. Tiro respinto di D’Amico, Chinaglia in mezza rovesciata batte a rete e sulla linea della porta un difensore in tuffo spedisce a lato con la mano a portiere battuto, ma per il fischietto orange è tutto regolare. Saltano i nervi in campo e sugli spalti, ma la frittata si completa a metà del secondo tempo. Un giocatore dell’Ipswich marcato in area da Oddi inciampa su sé stesso e cade, con il direttore di gara che indica il dischetto.
IL CAOS - Dopo il rigore realizzato da Vilyoen succede il finimondo: la partita finisce 4-2, ma il risultato conta soltanto per le statistiche. Gli inglesi provocano i laziali urlando “Italian bastard” e ricevono come risposta schiaffi, pugni, calci; il portiere Best viene ricoverato in ospedale con la frattura della tibia, i tifosi tentano a più riprese di invadere il campo, respinti soltanto dalle forze dell’ordine. La Lazio paga quella notte di ordinaria follia con l’esclusione per tre anni dalle coppe europee, pena poi ridotta ad una sola stagione: lo scherzo del destino fa si che l’anno successivo i ragazzi di Maestrelli, grazie allo Scudetto conquistato, avrebbero il diritto di disputare la Coppa dei Campioni, opportunità sprecata per la pazzia, gioia e dolore di quella squadra irripetibile.
IL RICORDO - Giancarlo Oddi, protagonista in campo quella sera, ai nostri microfoni racconta: "Hanno fatto di tutto per farcela perdere. Magari non saremmo riusciti a ribaltare il risultato, ma l’arbitro ce le fece di tutti i colori. Il rammarico più grande è stato non poter disputare la Coppa dei Campioni dopo la vittoria dello Scudetto". Sui disordini scoppiati durante il match: "Abbiamo avuto problemi con i giocatori dell’Ipswich dovuti all’arbitraggio. Avevamo segnato anche il 3-0, poi dopo il rigore inesistente concesso agli inglesi è successo il finimondo. Ad arrivare negli spogliatoi impiegammo molto tempo perché iniziarono in campo liti che si protrassero anche fuori".
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