Lazio | Cataldi, ora ne parlano tutti! Ma da quando è una novità? - FOCUS
Oggi ne parlano tutti, fino a qualche tempo fa in troppi lo avevano messo nel dimenticatoio, convinti che non fosse all'altezza di potersi caricare il centrocampo della Lazio sulle spalle. Nel frattempo, Danilo Cataldi a Firenze metteva in mostra, ancora una volta, le qualità che avevano convinto Sarri in passato ad affidargli la cabina di regia e che avevano convinto Palladino a dargli le chiavi della mediana della sua Fiorentina. Oggi tutti hanno riscoperto il valore di Danilo Cataldi. Si discute sul ritorno di Rovella, su chi dovrà essere il titolare perché "questo Cataldi è impossibile da togliere". Eppure, andando controcorrente, c'è anche chi non è affatto sorpreso, chi guarda le prestazioni della Lazio e non vede altro che le solite ottime cose da parte del ragazzo di Ottavia cresciuto con la 32 sulle spalle e il biancoceleste nel cuore.
LE ULTIME STAGIONI - Quello che stiamo vedendo da Cataldi, in queste prime quindici giornate, è l'espressione solita di un giocatore che si è sempre mosso a ottimi livelli, a volte con picchi straordinari come quelli del secondo posto raggiunto con la Lazio di Sarri nel 2022/2023. Da quella stagione in poi, Cataldi non ne ha sbagliata una. La 2023/2024 è stata complicata per tutta la squadra, con le dimissioni del Comandante nel mese di marzo a renderla ancora più amara. Della scorsa ne abbiamo già parlato elogiando il suo percorso fiorentino, conclusosi, per fortuna della Lazio con le dimissioni di Palladino e con il mancato riscatto di Cataldi. Un respiro di sollievo per la stessa società che un anno prima gli aveva voltato le spalle e che, a luglio, lo ha riabbracciato come il figliol prodigo che torna a casa.
E QUANDO TORNA ROVELLA? - Di fatto, lo è. Danilo Cataldi è tornato dopo un giro neanche così tanto immenso, ma sufficientemente lungo per sentire la mancanza di Formello, della sua Lazio e della sua gente. L'occasione per renderla ancora orgogliosa è arrivata quando Sarri si è ripresentato sulla panchina della Lazio. Le condizioni per tornare a fare bene c'erano tutte: l'allenatore giusto, le qualità e lo sfortunato problema di Nicolò Rovella che lo ha reso l'unico in grado di sostituirlo. Forse anche di andare oltre. Oggi il dubbio sul futuro è lecito, ma inutile porselo. Quando tornerà Rovella, allora Sarri avrà un bel problema da sciogliere. Magari ad averlo in tutti i ruoli.
I NUMERI DI CATALDI - Oggi il Comandante si gode il suo gioiello a centrocampo, ma forse è tra i meno stupiti di tutti. Sapeva benissimo che giocatore aveva in mano, se lo è cresciuto e costruito nel corso degli anni, lo ha plasmato a sua immagine e somiglianza. Danilo Cataldi detta i tempi del gioco, copre e costruisce, ma soprattutto corre. Non c'è una partita in cui non sia al primo posto per chilometri percorsi tra tutti i giocatori i campo, compagni e non. Vanta una media di 3,2 palloni recuperati a partita e di 2,8 contrasti riusciti. Ha il compito di mettere un tappo dove prima di lui non sono riusciti Guendouzi e Basic, compagni sul quale può fare affidamento in fase difensiva.
Tornando alla tendenza da 'maratoneta' che lo contraddistingue, contro il Parma ha corso per 11,210 chilometri, secondo solo a Estèvez di circa 500 metri. Ha una media che si aggira intorno ai 11,7/12,00 chilometri a partita, tra le migliori della Serie A di quest'anno. In fase di impostazione fa da filtro tra difesa e attacco. Romagnoli e Gila sono i giocatori che danno il via all'azione, lui deve essere il ponte che permette di trasformarla in offensiva, bypassando il pressing avversario. L'indice di rischio dei passaggi si alza quando il pallone arriva tra i suoi piedi, tuttavia vanta una precisione dell'83%, sulla quale incidono anche le giocate lunghe sulle punte e sugli esterni, e ben 510 passaggi ultimati, di cui 7 chiave.
UNA RESPONSABILITA' IN PIU' - Ai compiti in campo, si aggiungono le responsabilità. Danilo Cataldi non solo si sta confermando, rispetto a quanto visto negli ultimi anni, ma si sta perfino migliorando. Quando tre stagioni fa era il titolare di una Lazio che arrivò seconda in classifica (miglior risultato dalla vittoria dello Scudetto del 2000), non aveva sulle spalle il compito di dover guidare la squadra. A farlo c'era Immobile, c'era Milinkovic, c'era Luis Alberto, Felipe Anderson e tutti gli altri leader della squadra. Giocatori carismatici che lo aiutavano a liberarsi di dosso da un peso che poteva condividere con tutti, o quasi. Oggi è diverso.
CALDI, OGGI ANCHE LEADER - Oggi quel ragazzetto laziale, con la voglia e il compito, ogni anno, di dover far ricredere tutti, ha un'ulteriore peso da sopportare. Non porta la fascia al braccio, ma è capitano a tutti gli effetti. Nello spogliatoio è leader, in campo punto di riferimento tattico e carismatico. Questa volta Cataldi si sta confermando, come tre anni fa, ma lo sta facendo aggiungendo un tassello che per molti può essere limitante, ma che per lui, che conosce il valore di questa squadra e della sua gente, è solo uno stimolo a far meglio, e a dare di più.
BASTA SVISTE! - Per l'ennesima volta Danilo Cataldi viene ricoperto di elogi. Ed è ingiusto. Non l'elogio, sia chiaro, ma che venga visto una novità. Ancora una volta quel giocatore, che al contrario di molti ha scelto di non vivere da star ma nella sua quotidiana semplicità, viene riscoperto da un ambiente, e soprattutto da addetti ai lavori, che ancora non sono stati in grado di riconoscergli i meriti che si è conquistato da tempo. Ma poco importa. Alla fine, questa, è solo una sterile polemica di contorno. Solo un voler ribadire che alla fine non proprio tutti si sono ricordati oggi di quanto valga, ma che da tempo lo accompagnano con la consapevolezza dei suoi mezzi, nella speranza che la partenza per Firenze sia stata solo, l'ennesima, svista societaria.
