Lazio, il mondo di Rovella tra Sarri, sport e amici: “Sono venuto di corsa. Qui per vincere!” -VIDEO&FOTO

15.11.2023 08:00 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, il mondo di Rovella tra Sarri, sport e amici: “Sono venuto di corsa. Qui per vincere!” -VIDEO&FOTO

Non vi fate ingannare da quell’aria da bravo ragazzo. Capelli biondi e sorriso che illumina una giornata con più nuvole che sole. Ma dietro a quell’aria da studente appena uscito dal quinto anno di liceo, c’è un combattente. Nicolò Rovella si presenta in tuta, è a Formello anche se la Lazio tornerà ad allenarsi solo mercoledì. Non riesce a stare lontano dal campo di calcio. Per lui lo sport è tutto. Competizione, rivalità, voglia di mettersi in gioco. È la sua vita. Sarà per questo che il feeling con Sarri è scattato immediatamente: il tecnico stravede per Nicolò, il ragazzo che ha fretta di imparare. Pranzo, doccia e nel pomeriggio un po’ di relax. Poi stasera davanti alla tv, non vuole perdersi la super sfida Sinner-Djokovic: per un appassionato di tennis come lui è un appuntamento irrinunciabile. Anche l’MMA lo ha sempre affascinato. E se dovesse mandare qualcuno dei suoi compagni sul ring? Beh, non c’è dubbio: Guendouzi.

Cosa ti sta trasmettendo questo tuo arrivo alla Lazio?

"Tutte queste cose sono incredibili, veniamo dal derby che è abbastanza sentito qua a Roma, è stato incredibile, è stato il mio primo derby. Dalle coreografie all’atmosfera che c'era, si sentiva che fosse una partita diversa".

Chi ti ha dato qualche consiglio? Chi era più in tensione?

"Ci sono molti nuovi quest'anno, il mister diceva che chi era qui da più tempo doveva dire qualcosa a noi per farci capire il derby. Avendo giocato anni in Serie A guardavo sempre il derby, è bellissimo da vedere il derby. Già sapevo cosa significasse. Ho parlato con Luis Alberto e mi ha raccontato della sua prima volta, abbiamo parlato in generale. E' stato bello entrare, è stata una scossa di adrenalina incredibile".

Vi state inserendo bene voi nuovi?

"Il mister parla più dell'aspetto tattico che dell'inserimento nel gruppo. Questo perché dell'inserimento del gruppo, almeno per me, ma vedo anche gli altri, ci siamo inseriti tutti benissimo. Isaksen, Guendouzi, Kamada che non parlano in italiano, si sono integrati benissimo. E' un bel gruppo di bravissimi ragazzi, ci hanno aiutato molto all'inizio, anche a me che sono uno dei più piccoli. E' un bellissimo gruppo e mi diverto nello spogliatoio".

Il derby dà emozioni forti, ma anche la Champions League... cosa vi suscita questa Coppa?

"La Champions League penso sia il sogno di ogni ragazzino che inizia a giocare a calcio. Per me è anche per la prima volta, la mia prima è stata a Rotterdam (contro il Feyenoord, ndr), non ho un bel ricordo, ma sicuramente, soltanto giocarci è stato molto emozionante. Spero di giocare la partita in cui gioca la Lazio e vinciamo".

E' un fattore emotivo il fatto che in campionato si è altalenanti e in Champions fate bene? 

"Non lo so, la Champions è la Champions, le motivazioni... ma io non credo questo. E' anche un po' di sfortuna, come a Bologna, abbiamo giocato bene ma poi alla fine il risultato è stato sfavorevole, anche se la prestazione l'abbiamo fatta. Il campionato è molto più lungo della Champions, si vede alla lunga, non dopo due mesi".

Il tuo arrivo alla Lazio, com'è accaduto?

"La prima volta che l'ho saputo è stato grazie a Luca Pellegrini. Era con me a Torino, stavamo pranzando e mi fa 'guarda che hanno detto il tuo nome, ci verresti?', ma io non sapevo nulla. Gli ho detto 'ci vengo domani se tu vai', e lui mi fa 'poi ci parlo'. Alla fine è nata questa trattativa, mi ha chiamato il procuratore, mi ha chiamato il mister. Quando ha chiamato il mister avevo già deciso, ma quando mi ha chiamato ero proprio... (ride, ndr)".

Quando ti ha chiamato Lotito che vi siete detti? 

"La prima in assoluto è stata con il mister, poi ho parlato con il presidente, poi con il direttore. La prima in assoluto è stata con il mister e mi ha detto, - che non sapevo neanche bene di venire - 'ma quand'è che arrivi?'".

Che tipo è Maurizio Sarri? Dialoga con voi?

"Sì, ma il mister è uno che ha le sue idee, giustamente il rapporto con i giocatori deve rimanere il rapporto giocatore-allenatore. Sono cose che rimangono tra allenatore e giocatore. E' uno che parla, ha un rapporto, ti chiama, ti dice le cose".

Il ruolo da playmaker ti piace? Cosa vuole Sarri dal playmaker?

"Non è facile, perché il mister ha un'idea molto chiara. E' difficile all'inizio perché ti chiede tante cose, ho tante cose da migliorare. Piano piano, ogni allenamento, anche con qualche cazziatone, sto imparando. Mi sento ora di fare meglio. Il mister chiede tanto in fase difensiva, che prima magari facevo meno, questo toglie un po' la parte di palleggio, le energie che hai quando la squadra ha la palla". 

In quel ruolo l’anno scorso c’era Danilo Cataldi. Com’è il tuo rapporto con lui?

"Ho un bellissimo rapporto anche con Danilo perché prima di venire qua mi aveva scritto un messaggio e quindi è stato molto carino, abbiamo parlato. Noi avevamo lo stesso procuratore e avevamo già parlato quando abbiamo giocato contro quando ero al Monza. Abbiamo parlato dopo la partita perché ero curioso di sapere cosa gli chiedesse Sarri. Lui mi ha aiutato sempre sin dall’inizio, non è facile inserirsi in una squadra che ha già degli automatismi. Mi aiutava quando il mister si arrabbiava giustamente".

Qualità tecnica indiscussa, cambia il tuo modo di interpretare il centrocampo a seconda dei compagni che hai a fianco?

"No. Credo che il mio modo di giocare, e vorrei che passasse il messaggio, è sempre lo stesso a prescindere da chi ho a fianco e mi piacerebbe che fosse così. Ovviamente quello cambia, poi ci sono tutti giocatori forti quindi è difficile dirlo. Se Kamada, Luis Alberto e Rovella possono giocare insieme? Certo".

In un’intervista dicesti: ‘Mi piace giocare di più con attaccanti che puntano la profondità perché questo esalta il mio gioco’. Questo è Ciro Immobile, grande bomber. Se vogliamo anche Castellanos. Come ti trovi a giocare con loro?

"Immobile, non devo dirlo io, cosa sia. È un bravissimo attaccante, ha fatto la storia non solo della Lazio ma anche in Serie A. È uno dei marcatori che ha più gol in Serie A. Castellanos anche, non lo conoscevo bene prima. Ho visto che l’anno scorso in Spagna ha fatto molto bene. È un grande giocatore, forte fisicamente, attacca bene la profondità e tecnicamente è un buon giocatore. Ha un colpo di testa incredibile".

Adesso andiamo a svelare un po' la vita segreta di Nicolò. Quali sono i tuoi hobby? Sei fidanzato?

"Ultimamente penso solo al calcio, non sono fidanzato ma lo sono stato. Mi piace fare tante cose come giocare a tennis, guardare gli sport di combattimento. Guardo tantissimo calcio, dalla Serie A alla Serie D. Vado a vedere anche i miei amici. Su chi punterei tra i miei compagni da mandare sul ring? Guendouzi. Abbiamo legato anche molto, mi sta molto simpatico e mi fa molto ridere. Il più pazzo chi è? Lazzari, che ce l’ho di fianco in spogliatoio. Ciro Immobile è il saggio del gruppo.

Il più forte del gruppo?

"Ho sempre detto Luis Alberto, ma c’è anche Pedro. Direi che è un campione, fa impressione anche vederlo in allenamento e fa delle giocate che ti lasciano senza parole".

Modric è il tuo mostro sacro. Il playmaker alla Sarri, c’è qualcuno a cui ti ispiri e che ti piace in quel ruolo così come Sarri vorrebbe?

"Si. Lucas Leiva. L’altra volta è venuto a trovarci, abbiamo parlato. È un grande giocatore, è stato molto carino che mi è venuto a parlare".

A un giovane calciatore cosa consiglieresti?

"Sicuramente, la cosa che mi ha salvato e mi ha fatto arrivare in Serie A è che sono andato fuori di casa. Sono cresciuto in convitto, ti responsabilizza e ti fa capire le priorità"

Se ti senti di promettere qualcosa. In campionato la Lazio può confermarsi in zona Champions?

"Si, l’obiettivo è arrivare tra le prime quattro. Ce la stiamo mettendo tutta, dobbiamo aggiustare ancora qualche cosa ma credo che ce la faremo. Spero di andare più avanti possibile in Champions League".

Sogno nel cassetto? La Nazionale?

"La Nazionale, ma più di tutto vincere qualcosa qui a Roma con la Lazio"

Un saluto ai tifosi…

"Li voglio ringraziare per il sostegno che ci danno ogni domenica e per quello al derby. Non me l’aspettavo così il derby, la coreografia è stata incredibile. Sono rimasto senza parole. Mi sento di dire che ce la metteremo tutta finché gli obiettivi prefissati a inizio anno saranno raggiunti".

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Pubblicato il 14/11