Lazio, Lotito: "Il mercato? Il nostro obiettivo è rinforzare la squadra, non indebolirla" - VIDEO

09.01.2019 13:40 di  Annalisa Cesaretti  Twitter:    vedi letture
Lazio, Lotito: "Il mercato? Il nostro obiettivo è rinforzare la squadra, non indebolirla" - VIDEO

Il presidente Claudio Lotito - presente oggi al collegio San Giuseppe di Roma per l'iniziativa "La Lazio nelle scuole" - è intervenuto ai microfoni dei cronisti presenti al collegio di San Giuseppe. Ha esordito dicendo la sua sui disordini che hanno avuto luogo martedì sera presso Piazza della Libertà: "Ci tengo a precisare che io rispondo dei miei comportamenti e di quelli della società che governo. Non posso rispondere dei singoli comportamenti. Come ha detto il ministro Salvini, la responsabilità è personale. Quindi ognuno si assume la responsabilità del proprio comportamento. Se io oggi sto qui è per evitare che si vadano a ripetere dei comportamenti fuori dalle regole e sto cercando di inculcare ai piccoli che si deve tifare la propria squadra del cuore nel rispetto delle regole. Così come vincere deve avvenire nel rispetto delle regole senza trovare delle scorciatoie. Di tutto quello che non rientra in questo meccanismo se ne faranno carico le persone che lo adottano. Noi cerchiamo - come il sottoscritto - di adottare comportamenti che siano all'insegna dei valori fondanti della società civile: il rispetto delle regole, il merito, il superamento degli steccati di carattere sociale, culturale, economico e razziale. Con tutto che sono il presidente della Lazio non è che posso rispondere del comportamento del singolo tifoso, appassionato o pseudo tale. Tifoso significa appassionato, quindi per me il tifoso è colui che partecipa in modo passionale, emotivo ed empatico alla vita della propria squadra del cuore nel rispetto delle regole. Tutti gli altri fanno delle scelte diverse e risponderanno di quelle scelte".

IL FAIR PLAY FINANZIARIO - "Anche in questo campo non vanno riviste le regole, ma i comportamenti. E questa è una cosa diversa. Le regole ci sono e bisogna rispettarle. Io non entro nella polemica, perché ricopro un ruolo istituzionale e non sta a me intervenire su certi temi. Proprio perché ricopro un ruolo istituzionale sono stato uno degli artefici delle istituzioni di alcune regole per creare la par condicio. Il che significa che tutti devono partire alla pari, poi il più bravo vince. Questo purtroppo fa parte della mentalità della singola persona - o in questo caso del singolo club - che fa delle scelte diverse". 

IL QUARTO POSTO - "Si pensa - erroneamente - che il raggiungimento degli obiettivi possa dipendere dalla volontà del singolo. 'Volli sempre volli, fortissimamente volli' diceva Alfieri. La volontà è positiva per raggiungere gli obiettivi. Ma gli obiettivi non si raggiungono solo ed esclusivamente con l'immissione di denaro o quant'altro. Si raggiungono con l'organizzazione, con un progetto. Non a caso, se fosse vera la logica del denaro, non avremmo vinto la Supercoppa contro la Juventus. Io ho ereditato una società che aveva 550 milioni di debiti e che oggi è la prima società in Italia dal punto di vista contabile e la seconda in Europa come miglior performance di risultato. Questa società oggi ha una prospettiva di crescita esponenziale geometrica, lo dimostrano i risultati. Purtroppo noi abbiamo i nostri tempi che sono legati agli investimenti e alle potenzialità economiche della società. Mi spiego, secondo le nuove norme il fair play finanziario si deve raggiungere sui conti in ordine, che non sono dettati dall'immissione di denaro. Tant'è vero che alcune squadre - come il Paris Saint-Germain - sono state sanzionate perché, al di là delle perdite, non hanno potuto risanare i debiti attraverso l'immissione di denaro".

IL MERCATO - "L'interesse del sottoscritto e di chi compone la società è quello di fare una squadra vincente e forte. Quindi di rinforzarla e non di indebolirla. Se avessi avuto un'altra mentalità avrei venduto Milinkovic a 160 milioni, cosa che non ho fatto e penso che nessun presidente a livello mondiale avrebbe fatto quello che ho fatto io".

ZAPPACOSTA - "Faccio il presidente e non il direttore sportivo. Chiedete a lui di Zappacosta".

Il presidente Lotito ha parlato anche ai microfoni di Lazio Style Radio: "Crediamo nei valori dei fair play e riteniamo che sia importante insegnarli ai bambini. Abbiamo portato l'aquila perché è il simbolo della fierezza, dell'orgoglio e della libertà di decidere il proprio destino. Questi sono i valori della società civile. Mi ha fatto piacere vedere che i colori del collegio San Giuseppe sono il bianco e il celeste. Sono i colori della Lazio e quelli delle Olimpiadi e rimandano ai valori in nome dei quali sono nate".

IL RISPETTO "Ci sono tanti elementi che non dipendono dalla nostra volontà. Noi ci applichiamo per far valere i nostri valori e vogliamo che da tutti siano riconosciuti come metodo di riferimento sia nello sport che tra le persone. Per me i giocatori devono essere campioni non solo nel campo ma anche nella vita. Mi ricordo quando Klose disse all'arbitro che l'aveva toccata con la mano, questi sono episodi fondamentali per la crescita di una persona e soprattutto dei bambini, perché devono far capire che nella vita i risultati bisogna raggiungerli per merito. Bisogna che si agisca in termini di autorevolezza". 

IL FAIR PLAY NEL TEMPO - "Con l'evolversi del tempo c'è stato uno scadimento nello sport. E' andata a prevalere la volontà di vincere a ogni costo. Noi riteniamo, invece, che tutti debbano concorrere alla vittoria, dallo staff ai giocatori. Oggi invece sembra che sia ammesso anche vincere in modo non corretto. Ma nello sport deve prevalere il coronamento di un percorso basato sui sacrifici e sulla lealtà". 

I 119 ANNI DELLA LAZIO - "Da quando sono diventato presidente ho capito che avevo l'obbligo di custodire, preservare e tramandare i valori di una società così gloriosa. Ieri vedere tutta quella gente che ha voluto - anche in modo un po' folkloritstico - festeggiare la società mi ha fatto piacere, perché significa che c'è un forte attaccamento al club. E mi auguro che a questo affetto vada a corrispondere un comportamento - non solo da parte dei giocatori, ma anche dei tifosi - che sia all'insegna dei valori che hanno fatto grande la Lazio".