RIVIVI IL LIVE - Lazio nelle scuole, Lotito: "Il fair play è fondamentale nello sport come nella vita" - FT&VD

09.01.2019 12:46 di  Annalisa Cesaretti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato Carlo Roscito - Lalaziosiamonoi.it
RIVIVI IL LIVE - Lazio nelle scuole, Lotito: "Il fair play è fondamentale nello sport come nella vita" - FT&VD

AGGIORNAMENTO ORE 12.45 - Come di consueto al termine dell'incontro c'è stata la foto ricordo con tutti i protagonisti della giornata. Prima di lasciare la scuola, il presidente Lotito e Francesco Acerbi hanno risposto alle domande dei cronisti presenti. Finisce così la visita al Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode in Via di S. Sebastianello 3.

La Lazio sceglie di trascorrere alcune ore del giorno del suo compleanno in compagnia dei più giovani. Una delegazione biancoceleste - formata dal presidente Claudio Lotito, da Francesco Acerbi e da Alessandro Murgia - ha raggiunto il collegio San Giuseppe di Piazza di Spagna. Al loro seguito ci sono anche alcuni membri della polisportiva Lazio. Il tema del giorno - al centro del dibattito che a breve inizierà con i ragazzi della scuola - è il fair play nello sport. (CLICCA QUI PER GUARDARE IL VIDEO DEL DIBATTITO O ATTENDI IL CARICAMENTO A FINE ARTICOLO)

Il presidente Lotito inizia a parlare del fair play: "Torno indietro nella mia storia scolastica, che mi è servita nella vita ed è stata fondamentale perché studiare è importante. Dicevano "mens sana in corpore sano", il che significa che il corpo sta bene quando anche la mente funziona meglio. Noi siamo stati abituati sempre a trovare la possibilità di dover ottenere i risultati tramite le scorciatoie e questo non va bene, perché gli obiettivi vanno raggiunti per merito. Lo sport è proprio questo: il superamento delle divisioni di carattere sociale, culturale, economico, razziale, lo spirito di gruppo, il merito. Immaginate che all'epoca dei greci venivano sospese le guerre quando c'erano le Olimpiadi. Non voglio fare partigianeria, ma fa piacere vedere i colori biancocelesti, perché sono i colori olimpici. E la Lazio ha proprio gli stessi valori, quelli olimpici. Che sono poi i valori dello sport e che poi nella vita e nella società civile, quando uno diventa adulto, sono i valori fondamentali per il comportamento. Questo significa che voi dovete imparare a raggiungere gli obiettivi per merito, per spirito di sacrificio, per spirito di gruppo. Lo sport è questo: il relazionarsi con l'altro, il rispetto dell'avversario. Troppo spesso questo non accade. Ma ai miei collaboratori - dai giocatori ai tecnici - infondo sempre questi valori che rappresentano la base fondante di un individuo. Vedete, oltre all'aspetto materiale e fisico, c'è anche l'aspetto spirituale, che è fondamentale. E questo aspetto spirituale deve essere un elemento deterrente, che oltre ad avere una visione legata a un fine superiore, deve essere anche una forma di comportamento all'insegna di determinati valori. Che di fatto sono valori morali e spirituali che arricchiscono l'anima, altrimenti saremmo solo quella materia di cui parlavano una volta i fisici. Kant parlava parlava di fenomeno e noumeno, aspetto esterno e il substrato. Noi dobbiamo curare entrambi gli aspetti, ma sulla base dei valori di cui abbiamo parlato".

E ancora: "Pensate ai problemi del doping nello sport: quelle sono persone che cercano di usare delle scappatoie per raggiungere certi obiettivi. Ed è sbagliato. Questi obiettivi si raggiungono con il merito, con la dedizione. La dedizione nello sport è anche determinazione. Fair play non è una parola teorica, è un fatto completo. Nello sport come nella vita devi applicarti, devi mettere tutto te stesso e fare in modo di prevalere. Devi agire in termini di autorevolezza, acquisita con merito. Questo succede quando anche gli altri sono costretti ad ammettere che sei più forte e più bravo. Purtroppo noi abbiamo delle condotte spesso sbagliate: agiamo per autorità, della serie 'io comando e io decido'. Io l'ho sperimentato quando sono entrato nel mondo dello sport pur non avendo le basi economiche di altri gruppi aziendali e professionali. Però avevo un retroterra culturale basato su questi principi. E mi è stato utile, perché poi alla fine vinci. E mi è stato utile anche per intraprendere un percorso veramente diverso, che può chiaramente non piacere, ma che porta ai risultati. Certo, richiede più tempo e questo perché il mio modus operandi non ammette scorciatoie. E' lo sport stesso a non prevederle. Le scorciatoie non devono essere previste neanche nella vita. E' come uno che copia un compito e uno che lo fa: insomma, sono due cose diverse".

Sul coinvolgimento dei più piccoli nello sport ha aggiunto: "Io punto molto sui giovani, abbiamo ristrutturato il nostro Settore Giovanile e pochi giorni fa i ragazzi dell’Under 14 hanno vinto anche un torneo nel quale erano in gara le squadre più forti della Nazione. Lo sport implica anche il rispetto degli altri, io sono laziale e provo ad incentivare le adesioni al mio club, al quale credo perché si tratta della Lazio e rappresenta i colori della Grecia e della nostra protettrice, la Madonna".

Poi, sulla Lazio, ha dichiarato: "Nonostante la disparità nei fatturati con altri club, credo che la Lazio con la progettualità e con lo spirito di sacrificio possa raggiungere risultati come già accaduto in alcune circostanze. La Lazio, infatti, dopo la Juventus ed il Milan è la squadra ad aver vinto più titoli negli ultimi dieci anni. Svolgere uno sport rappresenta un’attività ludica e porta al divertimento ed educa ai valori fondanti della disciplina che, a loro volta, sono alla base della società adulta".

Ecco le domande dei bambini del collegio. 

Cosa succede quando si vince con un errore arbitrale?

Murgia: "Come sei triste e scontento quando perdi per un errore arbitrale, al contrario sei felice quando succede il contrario. Una vittoria è una vittoria, anche se è meglio conquistarla con merito. Esiste un percorso che ti porta alla vittoria, che è il risultato finale del lavoro con i compagni. L'importante è lottare tutti insieme". 

Volevi fare il calciatore?

Acerbi: "Avevo solo voglia di diventare giocatore, dalla prima volta che i miei genitori mi hanno messo la palla in mano. È diventata la mia ragione di vita. Normale che servano sacrifici e io li facevo volentieri, perché questa è sempre stata la mia passione. Io ho un po’ tralasciato la scuola, non va fatto. Per fortuna sono diventato un calciatore. Ma innanzitutto bisogna andare bene a scuola". 

Peggio perdere un derby o sbagliare un rigore?

Murgia: "Fai la domanda alla persona giusta. Il derby è la partita più importante dell’anno per uno come me, che sono un tifoso biancoceleste cresciuto nella Lazio. Importa più il gruppo, quindi preferisco sbagliare un rigore io e che la squadra vinca il derby". 

Hai pensato di mollare dopo una sconfitta?

Acerbi: "No, anzi. Ovviamente ti brucia e non vedi l'ora di giocare la partita successiva. Bisogna capire gli errori, non bisogna mai mollare. E questo vale nello sport e nella vita.  Mollare è troppo facile. Serve far leva sulla forza giusta e reagire. Sicuramente è difficile, ma chi riesce a farlo poi vincerà".

Come reagisci a un cartellino rosso?

Murgia: "Con molta rabbia e delusione. Vorresti tornare indietro per non commettere l’errore, perché sai che in quel modo hai messo in difficoltà la squadra. Giocare con un uomo in meno è complicato. Anche prendere il cartellino rosso, però, può essere una lezione, così come ogni episodio negativo".

Uno dei bambini, poi, prova a fare una proposta al presidente Lotito: “Visto che siamo nel periodo di calciomercato, perché non prendete me? Vengo anche gratis...”.

Quali sono i tuoi tre desideri?

Acerbi: "Il mio desiderio è quello di raggiungere tutti gli obiettivi, quelli che mi sono prefissato. Ma preferisco raggiungerli con le mie forze, senza dover esprimere un desiderio. Non voglio che nessuno mi regali niente. Quindi magari è meglio non raggiungere determinati traguardi, ma poter andare sempre a testa alta sapendo di aver dato il massimo".