Bielsa, filosofo del calcio: quando le idee diventano citazioni...
E’ atteso a giorni l’annuncio del nuovo allenatore della Lazio. Dopo settimane di incontri, riflessioni e telefonate, Claudio Lotito è pronto ad affidare la squadra a Bielsa. Le sensazioni sono positive, presto dovrebbe arrivare la fumata bianca. Un profilo importante per i biancocelesti, che hanno visto in lui e nella sua filosofia il punto da cui ripartire. Ma chi è davvero il Loco? Sicuramente un uomo ‘non da riflettori’, che parla poco. Preferisce far parlare il campo, i risultati. Eppure, ogni volta in conferenza stampa è uno show. No, niente banalità, niente frase fatte. Piuttosto lezioni di vita, lezioni di un calcio che il Loco ha difeso fin dalla prima volta in panchina: “Un uomo con nuove idee è un pazzo fin quando le sue idee non trionfano”. I suoi pensieri sono stati raccolti nel tempo, le sue citazioni sono linee guida per tutti quelli che nella sua filosofia hanno sempre creduto. E’ diretto, Bielsa, senza filtri. Anche nei confronti delle ingiustizie. Come quella volta che al suo Marsiglia annullarono un gol regolare contro il Lione e si rivolese così ai suoi ragazzi: “So che è difficile accettare l’ingiustizia, ma ascoltate ciò che vi dirò: ingoiate il veleno, dovete essere forti. So che adesso non c’è parola che possa rasserenarvi, ma se giocherete come oggi otterrete ciò che meritate”.
ALLENATORE, TIFOSI E SQUADRA - Perché se il calcio moderno è sempre di più in mano a procuratori e dirigenti, per Bielsa alla base di ogni successo c’è il metodo dell’allenatore: “In una squadra di calcio è l’elemento più importante di una società. Perché dico questo? Perché quando la dirigenza di un club modera il potere che dà a un tecnico fa un errore”. Subito dopo ci sono i tifosi, cuore pulsante di ogni società di calcio: “Il calcio è della gente, il calcio è governato dai tifosi”. Ogni successo, dunque, è l’unione perfetta di tre elementi: il tecnico, i tifosi e la squadra. Non ci sono prime donne, nelle squadre di Bielsa. I calciatori da copertina appartengono a un calcio che il Loco non concepisce. La forza non è nel talento del singolo, ma nell’unione del gruppo: “Il calcio ha bisogno di un giocatore che ha autostima, ma l’autostima porta alla vanità e la vanità ti rende egoista. L’allenatore deve imparare a controllare il gruppo e a trovare un equilibrio”. Per farlo c’è bisogno di un confronto diretto con la squadra, di ascoltare e comprendere ogni singolo giocatore dello spogliatoio. Poi sta al tecnico prendere la decisione appropriata. Come quando sedeva sulla panchina dell’Argentina, chiese alla squadra come preferisse giocare e subito dopo sentenziò: “Linea a 4 è il modulo preferito da voi. Vi annuncio che il mio è a 3, così giocheremo, grazie a tutti”.
SUDORE E... SCONFITTA? - “Niente di quello che dico è una cosa che non si è sentita da nessuno prima d’ora”, ci tiene a ribadire Bielsa. Il cui modo di intendere il calcio è per molti un vero e proprio modello da seguire: “Il mio calcio è movimento, il calcio è correre e smarcarsi. Non esiste un solo motivo, neppure uno, perché un giocatore in campo stia fermo”. Corsa e sacrificio, abnegazione e sudore: sono questi gli ingredienti del calcio di Bielsa. Per cui dalla sconfitta si può sempre prendere una lezione: “Esiste la sconfitta che serve e la vittoria che non serve a nulla”. Però non azzardatevi a dire che non vuole vincere...

