ESCLUSIVA - Tania Zamparo: "Io, innamorata della Lazio di Cragnotti. Nesta? Mi è rimasto nel cuore"

Nascondere la propria fede laziale. È ciò che Tania Zamparo, al secolo Miss Italia 2000, non ha mai fatto. Portafortuna biancoceleste, ha più volte affiancato la sua immagine di donna della tv, spettacolo e della moda, ai colori del cielo. Nel 2008 inizia la sua avventura con Sky Sport 24, nel 2009 conduce il magazine di rugby 'Terzo Tempo'. Lascia il colosso australiano nel 2009 per vestire i panni della conduttrice della trasmissione 'In casa Napoli', in onda sulla TV campana Piuenne. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha intervistato proprio l'ex bellezza di Salsomaggiore, che ci ha parlato della sua fede mai sopita e di molto altro.
Torniamo alle origini, come è diventata della Lazio?
“Il primo motivo è perché sono di Roma, quindi o finivo da una parte o dall'altra (ride, ndr). In famiglia nessuno ha mai tifato Lazio, mio padre è del Milan e l'ho scoperto per caso, mentre mia madre non ha mai seguito il calcio. Io sono arrivata a 20 anni senza avere alcuna fede calcistica, è stato merito del mio primo fidanzato che era della Lazio. Da lì ho cominciato a seguire la squadra, erano anni molto belli, dal 1996 al 2002 è stato un periodo di successi. Quando ho vinto Miss Italia nel 2000, nell'anno dello scudetto, Cragnotti mi invitò allo stadio, mi regalò una maglia, questo contribuì a coinvolgermi ancora di più”.
Qual è il giocatore che le è rimasto nel cuore?
“In quegli anni c'era Nesta, il capitano, la bandiera. Era il giocatore più rappresentativo”.
Qual è il suo giudizio sulla spaccatura che si è creata tra società e tifoseria?
“È un discorso molto ampio. Io ho una cultura rugbistica e questo sport mi ha insegnato molto. Il tifoso del pallone ovale segue la squadra e la sua Nazionale al di là dei risultati. È una fede vera e propria, ciò che conta di più è che la squadra dia tutto in campo, che esca sempre a testa alta. Paradossalmente una vittora ottenuta facilmente in cui i giocatori non si sono impegnati al massimo, non viene apprezzata. Mentre una sconfitta rimediata dopo una lotta estenuante viene accolta con molti applausi. Basti vedere l'Italia: l'ultimo Sei Nazioni è andato male, non abbiamo mai vinto, ma lo stadio era sempre pieno. Questo spirito andrebbe importato nel calcio. I laziali si entusiasmano con le vittorie, ma quando arrivano le sconfitte sembra quasi si distacchino dalla squadra. Bisognerebbe prendere con sportività gli alti e bassi, poi è ovvio che in un periodo in cui la situazione è piuttosto stagnante manchi l'entusiasmo. Quando non arrivano i risultati è normale ci sia un po' di scoramento, ma eventi come quelli del 12 maggio fanno capire che c'è uno zoccolo duro affezionato alla maglia, che c'è sempre e non guarda solo ai risultati”.
Il 26 maggio di un anno fa la Lazio trionfava in finale di Coppa Italia contro la Roma. L'euforia dovuta a quel successo ha avuto vita breve...
“La mia sensazione è che la Lazio abbia gli strumenti per fare bene, ma si perda per strada. Non riesce a essere costante, si ferma d'improvviso. Non parlo di questa stagione, ma nelle scorsate annate siamo arrivati sino alla fine a lottare con l'Udinese per un posto in Champions League. La società deve fare un'analisi insieme allo staff tecnico tutto, per capire come raggiungere questi obiettivi. Arrivare in Europa League quest'anno non credo fosse un'utopia”.
Cosa fa oggi Tania Zamparo nella vita?
“In questo esatto momento faccio la mamma a tempo pieno, mi sono trasferita in Svizzera da poco con mio marito. Ho lavorato fino a novembre con Sky e fino a marzo con una produzione di De Laurentiis per il Napoli. Adesso sto riorganizzando la mia vita".