Malagò, la rettifica su razzismo e simulazioni: "Ognuno faccia sua parte"

Il presidente del Coni Giovanni Malagò, dopo le parole della mattinata, torna sul discorso del razzismo per una rettifica
25.09.2019 16:25 di  Alessandro Vittori  Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Malagò, la rettifica su razzismo e simulazioni: "Ognuno faccia sua parte"

Dopo le parole della mattina a Radio 24 su razzismo e simulazioni, arriva la rettifica del presidente del Coni Giovanni Malagò. Queste le sue parole a margine della presentazione del progetto 'Safeguarding Policy' della Fis al salone d'onore del Coni: "Nel mondo dello sport e, nel caso specifico del calcio, ognuno deve fare la propria parte. Se un giocatore si butta in area e fa finta di niente sbaglia. Non dico che questo comportamento sia peggiore di chi fa cori razzisti, ma ogni attore protagonista deve fare la sua parte nel modo eticamente migliore".

IL SISTEMA - "Uno degli elementi che porta alcuni tifosi a esprimersi in modo sbagliato, becero, volgare, villano e con atteggiamenti razzisti è la mancanza di credibilità del sistema. La credibilità è fatta da tutti gli attori protagonisti: i dirigenti, gli allenatori, i giocatori, gli atleti e anche i media. Se un dirigente si vende una partita fa danni incalcolabili perché toglie credibilità al sistema. Se un giornalista dà voce a una cosa palesemente falsa alimenta un certo tipo di ragionamenti che creano problemi. Se un allenatore non si comporta bene sbaglia, così come sbaglia un giocatore che simula".

IL NUOVO MINISTRO DELLO SPORT - "Ho molto apprezzato il ministro Spadafora perché ha subito aggredito l'argomento. Molte nazioni stavano messe peggio di noi anche sul tema della violenza negli stadi e invece sono intervenute in modo concreto. Io ho partecipato a tantissimi incontri nel corso degli anni, tavoli tecnici presieduti dagli incaricati alla pubblica sicurezza, e ho sempre sostenuto una tesi: non può che esserci una certezza della pena, con tolleranza zero, perché qualsiasi ragionamento fatto all'acqua di rose non è servito a debellare questo problema. Ma in Italia c’è una forma permissiva di tolleranza verso chi fa ululati o lancia una banana".

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