Rocchi racconta: "La Lazio è la mia vita, non me ne sarei mai andato"

27.08.2025 17:00 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Rocchi racconta: "La Lazio è la mia vita, non me ne sarei mai andato"
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© foto di Marco Iorio/Image Sport

Dalla Lazio al Guidonia Montecelio: “Volevo salire di categoria e allenare i ragazzi più grandi. Purtroppo alla Lazio non mi è stata data questa possibilità, quindi ho preferito interrompere il rapporto e fare un’altra esperienza”. A parlare è Tommaso Rocchi, ex centravanti biancoceleste che dopo anni da allenatore ha lasciato Formello: "Non è stato semplice: io sono laziale e lo sarò per tutta la vita, così come i miei tre figli", ha spiegato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Due anni fa, tra l'altro, alcuni rumors l'avevano visto vicino alla panchina della Lazio al posto di Sarri: “Non abbiamo mai approfondito il discorso”, ha risposto a riguardo.

Rocchi era arrivato a Roma da calciatore nel 2004, era uno dei famosi nove acquisti in un giorno. L'Empoli l'ha lasciato partire, con Lotito che ha chiuso l'affare a un'ora dalla fine del mercato: “Ao’, so che sei forte. Sei contento, sì?”, gli aveva detto il presidente al momento della firma. Sui tre momenti migliori vissuti alla Lazio l'ex attaccante non ha dubbi: “Il derby del 6 gennaio, il centesimo gol a Cagliari e la rete in Supercoppa nel 2009, contro l’Inter che avrebbe vinto il Triplete. Metto anche la vittoria della Coppa Italia”. Ha raccontato anche che Mourinho l'ha cercato nel 2008, ma lui non ha mai aperto al trasferimento: "Ho sempre ribadito di voler restare. Sarei rimasto a vita, nessun dubbio”. 

Alla fine ci è andato davvero a Milano, nel 2012. "Volevo chiudere la carriera a Roma. Mi sarei anche dimezzato l’ingaggio pur di restare ancora alla Lazio un altro anno", ha ricordato. Dopo sole tre partite giocate da agosto a gennaio, però, a dicembre ha scelto l'Inter. Tra i calciatori più forti con cui ha giocato c'è sicuramente Pandev, oltre a Klose, Zanetti, Milito, Di Natale, Di Canio e... Meghni: "Talento eccezionale. Contro il Werder Brema mi fece un assist assurdo”, ha detto.

L'ultimo ricordo va al derby del 6 gennaio 2005, vinto per 3-1 dalla Lazio. Alle due di notte, Rocchi e Di Canio erano ancora svegli: “Basta, voglio dormire. Domani c’è la Roma”, gli aveva detto il primo. Niente da fare, il secondo continuava a parlare: “Noi siamo scozzesi in terra inglese, Tomma’. Noi siamo come William Wallace in Braveheart, capisci? 'Sta partita la viviamo tutto l’anno, domani li sfondiamo", gli spiegava per fargli capire cos'era il derby della Capitale. In fondo si torna sempre alla Lazio: "La mia vita. Quando i tifosi mi incontrano al bar mi dicono ancora 'ciao capitano'".

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