FOCUS - Lazio, non è possibile perdere contro la Roma: le 5 frasi per caricarsi prima di un derby

Pubblicato ieri alle 17:45
29.09.2018 07:20 di  Alessandro Menghi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, non è possibile perdere contro la Roma: le 5 frasi per caricarsi prima di un derby

Lazio e Roma, così diverse e… basta. Di solito si dice “eppure così uguali”, questa volta invece no. Quel detto non si sposa con il derby della Capitale, non ci azzecca proprio quando biancocelesti e giallorossi si affrontano. C’è un mondo di diversità, una distinzione infinita in tutto e per tutto, sin dalla nascita: nello stile, nell’eleganza dei colori, nella tradizione, nel computo dei successi sportivi. Viene sempre ricordata, guai a non farne menzione, a maggior ragione prima di un derby. Lo scontro si accende proprio su questi temi, tanto in campo quanto sugli spalti. I tifosi sono la voce della squadra, i giocatori quelli che la traducono in fatti. E per farlo servono carattere, convinzione, grinta, sacrificio. Serve vivere il derby, sentirlo. Esistono alcune frasi pronunciate da riconosciute figure del mondo Lazio che darebbero la carica a chiunque indossi la maglia con l’aquila prima di un derby contro la Roma. Racchiudono il senso vero della lazialità, incarnano i valori di un club nato per distinguersi e non possono non infuocare l’animo. Sono parole d'appartenenza.

"LA LAZIO NON PROVIENE DA: LA LAZIO È" - Partiamo dalle origini perché è da lì che s’è delineata la distinzione. Il popolo biancoceleste non smetterà mai di ringraziare il Generale Giorgio Vaccaro, che rifiutò la fusione con Alba, Fortitudo e Roman (dalle quali nacque la A.S. Roma nel 1927) tracciando per la Lazio una strada separata. Disse: “La Lazio è altro. La Lazio non proviene da: la Lazio è. Prima è nata la Lazio, i tifosi sono venuti dopo. Per gli altri c’erano i tifosi e gli è stata data una squadra da tifare”. Quanta differenza.

"NON ERA POSSIBILE PERDERE CONTRO LA ROMA" - Un insegnamento colto e custodito nel corso della storia ed arrivato lontano, fino agli anni del primo Scudetto biancazzurro. Il senso profondo di identità Giorgio Chinaglia se l’è cucito addosso e l’ha portato in campo durante ogni partita. L’orgoglio di giocare per la Lazio doveva bastare per capire che “bisognava sbranarli, bisognava vincere, non il pareggio. Bisognava vincere. Non era possibile perdere contro la Roma”. Una vittoria che, però, cominciava da prima dell’inizio della gara: “Sono andato anche nello spogliatoio della Roma a dire ‘vi aspetto fuori in campo!’. Lo sentivo molto il derby anche perché ero diventato tifoso della mia squadra”. Long John lanciava la sfida e la vinceva: il dito verso la Sud è l'essenza del derby.

"CON QUESTA MAGLIA NON HO PAURA DI NIENTE" - C’è un solo altro uomo che ha avuto il coraggio di guardare negli occhi il tifo più caldo della Roma, puntandogli l’indice durante l’esultanza per un gol della Lazio: Di Canio. E per Paolo non c’erano mezze misure: “Ci sono solo due modi per tornare da una battaglia: con la testa del nemico o senza la propria”. Nel 1989 tornò a casa con la sua, lo stesso fece 16 anni dopo sempre in un derby, sempre sotto la Sud. Ma la vittoria del 2005 aveva un sapore diverso. Dall’altra parte lo appellavano come “vecchio” (aveva quasi 36 anni) che non si teneva in piedi, ma quel vecchietto infilò al volo una palla che proveniva dal centrocampo con una coordinazione ed eleganza tipiche del giovincello più spensierato. Il segreto? “Con questa maglia non ho paura di niente”.

“IL PROBLEMA È CON CHI ABBIAMO PERSO” - Parlavamo di stile ed eleganza, quella che spesso in campo il capitano della Roma, Francesco Totti, non ha avuto. Tutto poi veniva fatto rientrare nei canoni dello sfottò, a volte superati, e qualche frase poco carina passava in sordina tipo: “Il problema non è quanto abbiamo perso, ma con chi”, diceva all’indomani di un altro derby vinto dalla Lazio. Biancocelesti troppo scarsi per battere la sua Roma? Troppo brutti, poco esaltanti? Hanno vinto, però, e la figuraccia l’hanno lasciata agli altri.

"I COLORI DELLA LAZIO SONO PIÙ MUSICALI" - A proposito di eleganza, la Lazio ha convinto e fatto innamorare i propri tifosi con il fascino che la contraddistingueva innanzitutto nei colori di rappresentanza. Il bianco e il celeste del cielo, sopra al quale non esiste altro. Paolo Ferrari, notissimo e storico attore di teatro e doppiatore, rimase incantato dalla Lazio proprio durante un derby tanto da diventarne tifoso: “I colori della maglia biancazzurra mi sembravano più eleganti di quelli giallorossi, un po’ meno violenti, più musicali, più dolci”. Per un ragazzino che assaggiava per la prima volta i sapori che solo lo stadio durante una stracittadina romana può dare, innocente e senza contagio altrui, i colori significavano tanto. Così, d’istinto, gli parvero più nobili e da subito vincenti: quel derby del 16 marzo 1941 andò alla Lazio grazie a due reti di Silvio Piola di testa. Amore a prima vista e per sempre nel segno della distinzione.