Da leader a rebus: la Lazio aspetta il ritorno del vero Guendouzi

RASSEGNA STAMPA - Da trascinatore indiscusso a pedina smarrita. Alle difficoltà di un inizio di stagione deludente per la Lazio si aggiunge l’ombra di un Guendouzi che appare ben lontano da quello conosciuto nelle scorse stagioni. Contro l'Atalanta è tornato in campo “su discreti livelli” dopo un mese da spettatore, riproponendo il 4-3-3 tanto caro a Sarri, ma i numeri confermano la sua flessione: come riporta il Messaggero, l’81% di passaggi riusciti contro la Roma, la percentuale più bassa raggiunta in biancoceleste, un solo dribbling tentato, un cross riuscito (quello per Zaccagni a Reggio Emilia, neutralizzato da Muric), solo quattro falli commessi e altrettanti palloni persi. È settimo nella rosa per palloni recuperati (8) e undicesimo per duelli vinti (17, come Basic).
Il momento negativo si riflette anche in Nazionale: non è più tra i convocati da marzo e, come ha confidato lui stesso, si sente “ferito nel profondo”. Solo un anno fa era un punto fermo per Deschamps, autore di un gol e un assist con Israele nelle qualificazioni, oggi è l’ombra del “tuttocampista” che aveva conquistato anche Baroni. E dire che ad agosto, contro il Verona, aveva segnato la sua prima rete all’Olimpico dopo appena due minuti e mezzo di gioco.
Domenica raggiungerà quota 100 presenze in biancoceleste e a novembre la Lazio diventerà la squadra in cui ha accumulato più presenze, superando anche il Marsiglia (103). Un traguardo che lo metterà di fronte a Igor Tudor, tecnico con cui aveva vissuto momenti di tensione in Francia, ma con cui i rapporti si sono distesi proprio alla Lazio. La curiosità è che, nel giorno dell'esordio di Tudor come tecnico biancoceleste, la Lazio batteva la Juve al 93' con un gol di Marusic proprio su assist di Guendouzi.