Marcolin: "Ho organizzato la festa scudetto della Lazio. Con Sinisa e Sven..."

07.09.2025 09:45 di  Simone Locusta   vedi letture
Marcolin: "Ho organizzato la festa scudetto della Lazio. Con Sinisa e Sven..."
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© foto di Alessandro Garofalo/Image Sport

RASSEGNA STAMPA - Dario Marcolin ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Oggi è uno dei personaggi più apprezzati di Dazn, sia da spettatori che dagli allenatori: "Quando ho smesso io tutti volevano fare gli allenatori, oggi la maggior parte vuole lavorare in televisione", ha svelato l'ex Lazio. Non si improvvisa giornalista, a lui piace fare domande tecniche ed è per questo che viene apprezzato.

L'intervista fa fare un salto nel passato a Marcolin. Prima il ricordo alla Cremonese, poi gli anni alla Lazio dove ha condiviso lo spogliatoio con tanti nomi importanti. Quando è arrivato a Roma, si è trovato davanti calciatori come Signori, Winter, Gascoigne e lì sentiva di essere entrato nel "mondo dei grandi". Roma era una città di tentazioni, ma Marcolin era un uomo spogliatoio. Lui stesso ammette: "Caratterialmente ero tarato per quello. Sono stato capitano della Nazionale Under 21 campione d'Europa. Ho organizzato io la festa scudetto della Lazio. I compagni mi volevano bene così come gli allenatori. Alla Lazio ho avuto Zoff, Zeman e Eriksson".

Poi un ricordo proprio su Sven: "Le partite a tennis con lui! A volte vincevo, a volte no. Era il classico 'pallettaro', uno scambio durava 15 o 20 colpi. Una persona perbene, aveva una soluzione per tutto e per tutti, nello spogliatoio nessuno ce l'aveva mai con lui, nemmeno quelli che non giocavano. Aveva 30 calciatori in rosa? Costruiva 30 rapporti importanti. Un gentiluomo. Quella grande Lazio è merito suo e della sua calma. Poi in campo si affidava molto ai suoi giocatori: numero uno nella gestione dello spogliatoio".

Dopodiché, Marcolin ricorda anche Sinisa Mihajlovic con cui ha condiviso lo spogliatoio, famiglia e amicizia. Non solo i mesi della malattia, Marcolin ricorda anche gli anni insieme sulla panchina e tanti bei ricordi: "Le nostre famiglie sono molto unite. Ho vissuto Sinisa in ogni sua fase. Papà straordinario, severo ma poi si scioglieva appena i ragazzi gli facevano gli occhioni. Allenatore diretto. Pretendeva sempre qualcosa di nuovo, mi martellava su questo".

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