Sarri, questa è la via per l'Europa: Coppa Italia da all-in
Ci sono momenti in cui la teoria lascia spazio alla necessità. E per la Lazio uno di quei momenti è adesso. Stasera all’Olimpico inizia la Coppa Italia, e mai come quest’anno la competizione assume il peso di un crocevia: la strada più corta, forse la più realistica, per tornare in Europa. Quattro turni, a patto di superarli, per riprendersi un posto nel continente e dare un senso immediato al lavoro che Sarri, sin dal suo rientro, ha definito come «creazione di una base di squadra competitiva» per le prossime stagioni. È questo il mantra del Comandante per crescere. Ma la coppa, l'unica a disposizione di questa stagione, offre una scorciatoia da cogliere al volo.
OCCASIONE. Il Milan agli ottavi è il peggior avversario che poteva essere incrociato, è vero. Ma è anche il tipo di sfida che può cambiare il destino di una stagione. Sarri lo sa bene: la Coppa Italia non è mai stata il suo terreno più fertile, eppure in carriera ha raccolto spunti e segnali importanti proprio in questa competizione. Le sue statistiche sono particolari: solo una finale raggiunta, con la Juventus, poi persa; ma anche un percorso straordinario con l’Arezzo delle origini, capace di spingersi fino ai quarti (eliminato proprio dal Milan, dopo una sconfitta per 2-0 al Meazza e una storica vittoria per 1-0 al ritorno in Toscana) alla seconda partecipazione in assoluto del tecnico. La Coppa, per Mau, è stata un laboratorio strano: mai domata veramente, ma mai snobbata. Alla Lazio, nei tre precedenti, ha sempre superato gli ottavi (ed è arrivato solo una volta in semifinale) senza subire gol: 1-0 all’Udinese (decise Immobile), 1-0 al Bologna (firma di Felipe Anderson), 1-0 al Genoa (guizzo di Guendouzi). Vittorie di misura e funzionali. Esattamente ciò che serve in questo tipo di competizioni. Stavolta, però, la sfida è di un livello superiore. E l’ultima occasione in cui rossoneri e biancocelesti si sono incrociati in Coppa Italia, nel febbraio 2022, finì con un doloroso 4-0 a San Siro. Una ferita ancora aperta, da aggiungere a quella ancora più fresca di campionato, che può trasformarsi in carburante.
PRESENTE. Ecco perché questo trofeo può diventare il vero obiettivo stagionale. Il campionato racconta di una Lazio in ricostruzione, dietro nei tempi e nei punti rispetto alle ambizioni. La seconda competizione nazionale, invece, offre un’altra logica: conta il momento, la singola notte, la precisione, il carattere. Idealmente, è il terreno perfetto per una squadra che deve ancora ritrovarsi del tutto, ma che ha già dimostrato di sapere soffrire, di sapersi chiudere, di saperci stare nelle partite contro avversari di spessore. La sfida di campionato l'hanno vinta i rossoneri, ma la distanza non è apparsa così evidente, e se alla fine fosse stato concesso quel rigore forse Sarri non sarebbe tornato a Roma con una sconfitta. C'è equilibrio, che in una sfida secca si fa ancora più evidente. E la differenza, tra l'altro, è che stavolta si giocherà all'Olimpico. Potrebbe essere l'inizio di un percorso importante, di una scorciatoia, seppur durissima. Milan, poi eventualmente i quarti, poi la semifinale andata e ritorno, e infine la finale a Roma del 13 maggio. Nel campionato, la rincorsa all’Europa è lunga, faticosa, esposta agli errori. In Coppa, invece, può bastare una notte perfetta. O quattro notti fatte bene.
