Lazio, parla Fuser: il Milan, Pedro, Sarri e la Nazionale

In collegamento a Radio Laziale è intervenuto l'ex calciatore Diego Fuser, che ha parlato del percorso della Lazio in vista della prossima gara contro il Milan a San Siro, ricordando anche il suo passato.
28.11.2025 20:15 di  Andrea Castellano  Twitter:    vedi letture
Lazio, parla Fuser: il Milan, Pedro, Sarri e la Nazionale

In collegamento a Radio Laziale è intervenuto l'ex calciatore Diego Fuser, che ha parlato del percorso della Lazio in vista della prossima gara contro il Milan a San Siro, ricordando anche il suo passato. Di seguito le sue parole.

"Il Milan ha più da perdere perché è più avanti, però la Lazio può avere l'occasione per far capire a tante squadre del campionato qual è la sua forza. Il centrocampista per Sarri? Dipende cosa vuole lui, se vuole un giocatore che segni, si inserica e difenda meno come me, oppure più un giocatore all'Almeyda, che contrasti e faccia meno gioco. Dipende dal tipo di gioco che vuole fare l'allenatore, poi ogni giocatore ovviamente si adatta".

"Penso che l'allenatore faccia il 20%, il resto lo fanno i giocatori. La differenza la fanno loro, i giocatori bravi fanno bravo l'allenatore. Sicuramente chi sta in panchina conta, ma fino a un certo punto. Il 20% è di Sarri, mentre l'80% è merito dei giocatori per il percorso che stanno facendo. È difficile dare un giudizio: in questo momento la Lazio sta facendo bene, spero che possa fare ancora meglio".

"Il campione della Lazio? Penso a Pedro, è un giocatore fantastico. Dà sempre il 100%, va dietro a tutti. È proprio bravo. Poi vincere tanto ti aiuta a livello di mentalità, a non voler perdere e a tantissima autostima. Se poi hai la personalità hai un punto in più, non ti spaventano le partite. Ora è cambiato il modo di giocare, quando vedo il portiere che fa venti lanci a partita cambio canale, è distruttiva per il calcio (ride, ndr.). Dovrebbe essere quello in mezzo al campo che fa la differenza, invece ce ne sono pochi. Tutti hanno cercato di imitare il Barcellona, ma non c'è riuscito nessuno".

"Io sono sempre stato in pace con me stesso, sono andato via nella Lazio nel momento giusto. A Parma ho vinto tanto, dopo tre anni sono tornato andando alla Roma perché era una bella opportuntià da sfruttare, non capisco perché avrei dovuto rinunciare a qualcosa nel mio lavoro. Capisco che tanti tifosi mi avranno attaccato, ma molti invece mi vogliono ancora bene. Io sono contento".

"Il mio addio alla Lazio? Se una società mi vuole tenere bene. Io andai da Eriksson a dirgli che il Parma mi voleva, e lui mi disse che se volevo guadagnare di più potevo andare via. Lì ho capito che avevano altri programmi e avevano in mente di cambiare. Poi è andata bene a entrambi perché abbiamo vinto tanto, ma a me sarebbe piaciuto vincere con la Lazio. Quando mi chiedono che squadra tifo, io dirò sempre quelle in cui ho giocato. Anche la Roma, lì non mi hanno mai detto niente di male, sono stato bene".

"Zeman? Per me è un mito, mi sono trovato benissimo con lui. Non ero mai arrabbiato con lui, sono storie da paese. Avevo un rapporto bellissimo con lui, posso solo che parlarne bene. Rimpianti? In Nazionale ho avuto un po' di sfortuna, nei momenti giusti mi sono sempre fatto male. Soprattutto quando c'era Zoff, mi sono strappato prima dell'Europeo del 2000 dopo aver giocato tutte le qualificazioni e decisero di non portarmi".

"I Mondiali? Non siamo stati così disastrosi contro la Norvegia, l'Italia era viva. Poi il risultato finale (4-1, ndr.) ti fa pensare alla disfatta, ci eravamo lasciati andare. Fino al pareggio però non mi era dispiaciuta la squadra. Diamogli fiducia, speriamo di poter andare al Mondiale. Gattuso? Sono contento per lui. Non è facile il percorso, come per ogni ct di una Nazionale. Speriamo abbia un po' di fortuna per il playoff. Per il sistema, io metteri più giocatori italiani in campo. Così si può avere più scelta".

Andrea Castellano
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Andrea Castellano
Roma, classe 2003. Giornalista pubblicista da ottobre 2023. Redattore e inviato per Lalaziosiamonoi.it. Inviato e speaker per Radio Laziale.