Marchetti: "Il legame con la Lazio è ancora forte. L’amore dei tifosi…"

In biancoceleste per otto lunghe stagioni, eroe del 26 maggio, Federico Marchetti si è raccontato ai canali di AllRoundLazio
28.07.2022 07:05 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Matteo Columbro-Lalaziosiamonoi.it
Marchetti: "Il legame con la Lazio è ancora forte. L’amore dei tifosi…"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Federico Marchetti per sette lunghi anni, ha difeso la porta della Lazio, con coraggio e passione. Con i colori biancocelesti ha anche vinto la storica Coppa Italia del 26 maggio. Nei suoi anni in biancoceleste ha collezionato più di 150 partite e nella stagione 2011-2012 riesce a chiudere la porta per ben 10 lunghe partite. È inserito all'interno di una speciale classifica tra i  primi dieci portieri della storia laziale col più lungo minutaggio d'imbattibilità. Nonostante questo nel 2017 viene messo fuori rosa fino alla fine del suo contratto. Ora Marchetti è svincolato e questa sera è ospite di AllRoundLazio sui loro canali Twitch per parlare del periodo vissuto in biancoceleste. 

"Il legame con Roma e i Laziali è rimasto bello e forte, ho casa qui e quando posso torno sempre. Personalmente ho un rammarico: la vita privata è stata un pò problematica, in passato avrei fatto scelte diverse, con scelte diverse oggi sarei ancora con la Lazio. Dopo aver preso Bielsa, la società mi comunicò di trovare una nuova squadra, perché il tecnico voleva un altro tipo di portiere. Poi il tecnico saltò, ma con il mio agente decidemmo di cambiare. Il mio primo pensiero però è sempre stato quello di chiudere la carriera con la Lazio. In questa sessione di mercato mi era stata fatta una proposta, io sarei venuto anche gratis anche a fare il terzo o aiutare i giovani a crescere. Per i portieri della Lazio, mi dispiace per Carnesecchi, lo seguo da un pò ed è un bravissimo ragazzo. Peccato l'infortunio. Lotito sa fare scelte intelligenti, se ha optato per altro è giusto cosi, per un portiere che non ha mai giocato in A, diciotto milioni mi sembravano tanti anche a me. Non conoscevo Maximiliano, Provedel invece ha fatto molto bene quest'anno, gioca bene con i piedi, molto affidabile tra i pali. L'unica domanda che mi porrei è relativa alla piazza. Spezia non è Roma, qui non è semplice giocare. Se regge ben per lui".

"Strakosha è un portiere valido, un profilo che ha fatto bene i primi tre anni, poi si è adagiato, non è cresciuto. Ho visto sempre il solito portiere, ad esempio le uscite non sono state il suo forte, tra i pali invece è molto bravo. Pero mi aspettavo qualcosa di più. La scelta di Reina secondo me era per stimolarlo a far meglio, però forse non ha funzionato bene".

"Quando sono arrivato io c'era Hernanes e Zarate che erano tecnicamente forti, gli anni dopo Milinkovic, Luis Alberto i più forti, lo spagnolo grazie a Inzaghi è migliorato tanto. Proprio Inzaghi è un grande allenatore. Uno di quei mister che ha la magia dalla sua parte, mangia calcio quotidianamente. Con la Lazio è stato un mister presente, anche con me, che all'ultimo ero fuori rosa. È un grande gestore dello spogliatoio. Tatticamente si è evoluto tanto, ha fame di vincere e questa è una grande qualità. Una magia tipo quella di Allegri, Conte, Lippi, che ho avuto tutti".

Parla Hernanes: "Con Fede andavamo molto d'accordo, aveva sempre fame di migliorarsi e di vincere. Io torno volentieri alla Lazio (ride ndr). Sono sei mesi che mi alleno e gioco un pò. Dopo il covid, con i cinque cambi, se si potesse entrare e uscire batterei le punizioni (ride ndr)".

Marchetti: "Fino ad Agosto aspetto, se non dovessi trovare nulla potrei pensare di smettere. Si devono incastrare determinate cose. Tornando al 26 maggio, posso dire di aver vissuto un'emozione complessa. Siamo stati a Norcia una settimana per preparci. Una vittoria di gruppo, voluta fortemente. Sapevamo che sarebbe stata una partita storica. La preparazione con la tensione che c'è stata, raggiungere poi il traguardo è stato un mex di sensazioni incredibili. Elabori tutto dopo però. La parata su Totti è stata puro istinto. Quella partita io ho fatto poca "roba", è stato più il prima".

Hernanes: "La preparazione di Norcia ci ha aiutato. Io volevo assolutamente vincere quella partita. Volevamo entrare nella storia, fare qualcosa che nessuno aveva mai fatto. Vincere un derby in finale a Roma, nella città più bella di tutte è un qualcosa che rimarrà in eterno. Quella settimana mi sono allenato tantissimo. Dopo l'ultimo allenamento ho battuto due o tre rigori, all'ultimo ho sentito un qualcosa nella coscia, ma non l'ho detto a nessuno perché non volevo essere fuori. Era per me la partita della vita, c'era questa paura di non esserci. Poi la vittoria e l'apoteosi finale".

Marchetti: "Quella partita sapevamo benissimo cosa rappresentasse, siamo stati bravi a scindere il fuori dal campo, altrimenti non saresti arrivato alla fine".

Hernanes: "Marcos Antonio non lo conosco, da quello che ho visto mi piace tanto, penso sia adatto al gioco di Sarri".

Marchetti: "Sono un po di anni che il portiere è diventato parte attiva del gioco. Se si vuol far la costruzione dal basso, il portiere fa parte della linea per creare superiorità numerica. È fondamentale che sappia fare la scelta giusta, sia nell'imbucata sia nel lancio lungo".