Tragedia Rigopiano, Matrone: “Il giudice dovrà guardare negli occhi mia figlia”

28.01.2023 15:00 di  Martina Barnabei  Twitter:    vedi letture
Tragedia Rigopiano, Matrone: “Il giudice dovrà guardare negli occhi mia figlia”

Sono trascorsi sei anni dalla tragedia del Rigopiano che ha stravolto e segnato per sempre la vita di Giampaolo Matrone e di sua figlia Gaia, portandogli via la moglie e mamma Valentina. La giustizia, nel frattempo, sta proseguendo il suo corso. Poco più di due mesi fa, nelle aule del Tribunale di Pescara, venivano formalizzate le richieste di condanna della Procura e l’arringa del legale della vittima superstite. Un piccolo passo che ha lasciato intravedere a Giampaolo uno spiraglio di luce sulla vicenda. In questa settimana le aule del Tribunale hanno riaperto le porte per accogliere le tre udienze del processo dedicate alle arringhe dei difensori degli imputati, alle quali Matrone ha partecipato di persona. Ha seguito passo passo le argomentazioni di ciascuno di loro, trattenendo a fatica il risentimento e il dolore che poi ha manifestato fuori dalle aule ai cronisti. “È inaccettabile paragonare la nostra tragedia a quello che starebbero vivendo gli imputati. E definirli pure eroi. Ho sentito cose che non stanno né in cielo né in terra. Gli avvocati difensori si sono commossi parlando dei morti, ma subito dopo questi pianti di coccodrillo hanno aggiunto che anche i loro assistiti da sei anni stanno vivendo un incubo, hanno i beni sequestrati, sono senza soldi, umanamente stanno male, paragonando la loro situazione alla nostra” ha spiegato il pasticcere, che ha poi aggiunto: “La realtà è che c’è stato uno scaricabarile tra Enti, la Provincia di Pescara che incolpa il Comune di Farindola, quest’ultimo che attacca la Regione, la Prefettura la Provincia, e viceversa. Questo a conferma che la verità è quella che sappiamo tutti, e cioè che questa tragedia si poteva e doveva evitare tranquillamente”. Il trentanovenne dovrà fare un ultimo sforzo, ancora. Non manca molto per scrivere la parola fine a questa triste storia. Tra il 15 e il 17 febbraio ci saranno altre tre udienze, poi il 23 del mese stesso conoscerà, insieme alla piccola Gaia, la sentenza. Per quel giorno ha assicurato: “Saremo in prima fila. Quando il giudice leggerà la sentenza dovrà guardarla negli occhi. Mi affido a lui, a tutta la sua esperienza e intelligenza”.

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