Lazio, Parolo si racconta: “Sono diventato laziale. Il più simpatico? Radu”. E sul futuro...

"Quale trofeo sento di più? Sicuramente la vittoria in Coppa Italia perché è stata frutto di un percorso durato tutta la stagione", ha detto Parolo.
06.04.2020 07:24 di  Francesco Mattogno  Twitter:    vedi letture
Lazio, Parolo si racconta: “Sono diventato laziale. Il più simpatico? Radu”. E sul futuro...
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

“Tante volte ci viene detto di non toccare alcuni argomenti, in Italia siamo il popolo delle polemiche. Sarebbe bello se noi calciatori fossimo più liberi di dire tutto ciò che pensiamo, renderebbe tutto più divertente”. E quale miglior luogo per farlo che una diretta Instagram. La nuova frontiera della comunicazione social, potenziata ai massimi livelli ai tempi della quarantena. Ed è lì che Marco Parolo si è raccontato a FantaMasterTV. Pagina dedicata al fantacalcio alla quale il centrocampista della Lazio si è concesso per una lunga intervista tra passato, presente e futuro. Lampi di una carriera per gran parte tinta di biancoceleste, ovviamente: “Nello spogliatoio cerco di mantenere un buon rapporto con tutti. Il più simpatico forse è Radu, spesso se ne esce con battute molto divertenti. Il nostro è uno spogliatoio dove ci si diverte parecchio. Incitiamo spesso Immobile a battere il record di gol di Higuain, così poi possiamo andare tutti insieme a festeggiare. Poi c'è il mister che sta dimostrando giorno dopo giorno il suo valore. E penso che il presidente Lotito negli anni abbia costruito qualcosa di incredibile, che ora sta portando a grandi risultati. Quale trofeo sento di più? Sicuramente la vittoria in Coppa Italia perché è stata frutto di un percorso durato tutta la stagione. La Supercoppa è una partita un po’ particolare, ma vincere la Coppa Italia all’Olimpico è stato bellissimo”.

FANTACALCIO - “Non ho mai giocato al Fantacalcio, c’è uno studio troppo approfondito dietro. Ho amici che stanno giorni interi a studiare, ci vuole troppa passione per partecipare. A loro do solo qualche consiglio sulla formazione della Lazio” - però c'è stato un giorno nel quale Parolo ha dominato, sul campo e nelle app dei fantallenatori - “Il poker in Pescara-Lazio? A ogni occasione facevo gol. Carambole, rimpalli... è stata una giornata di grande “fortuna”. Penso di essere stato il centrocampista che ha ottenuto il punteggio più alto nella storia del Fantacalcio. Tanta gente mi ricorda ancora per quello, non tanto per la mia carriera”. Comunque, il vizio del gol per un centrocampista come Parolo è un lusso: “Non è mai facile segnare soprattutto in Serie A. Vado spesso in area di rigore e, per la legge dei grandi numeri, ogni tanto la butto dentro. Mi manca poco per arrivare a 50, quest’anno non ho ancora segnato. Spero si riprenda il campionato perché devo trovare questo primo gol”.

SOCIAL “Ho un profilo nel quale seguo l’NBA e mi sono reso conto che senza Instagram ti perdi la metà delle notizie del mondo. Sono stato costretto a farlo, ma preferisco rimanere molto anonimo. Comunque mi piace anche la Formula 1. Con Immobile teniamo molto alla Ferrari, da piccolo ero grande tifoso e anche adesso mantengo questa passione. Il mio pilota preferito è sempre stato Raikkonen, mentre oggi il mio idolo è Verstappen. Nel basket sono sempre stato fan di LeBron James, riesco poco ad apprezzare gli altri. Gara 7 del 2016 l’ho seguita in diretta con Barzagli, mentre eravamo agli europei, e alle 6 e mezza di mattina abbiamo festeggiato per la vittoria di LeBron”.

L'ITALIA - Parolo è stato uno dei protagonisti inattesi di Euro 2016. Un ricordo indelebile nonostante quell'eliminazione amara ai rigori contro la Germania: “Il gruppo ha fatto la differenza, abbiamo costruito una grande alchimia negli anni. Dove c'è uno spogliatoio unito si ottengono grandi risultati, mi è successo spesso in carriera. Quella sconfitta contro la Germania è stata un vero peccato: avevamo le carte in regola per arrivare in finale”. Ma il rimpianto maggiore della sua vita in azzurro è certamente un altro:Italia-Svezia, ovviamente. Si poteva fare meglio, non saremmo dovuti uscire. Ma analizzando la doppia sfida la Svezia ha fatto un tiro in porta in due partite. Però è anche vero che se non ti costruisci la fortuna, poi il destino ti va contro”. La prima chiamata in azzurro, comunque, non si scorda mai. Ed è legata in qualche modo anche ai colori biancocelesti: Dopo Lazio-Cesena mi ero fermato a Roma con la mia famiglia per seguire la benedizione del Papa. E a fine giornata è arrivata la prima chiamata in Nazionale. Quando sono arrivato a Coverciano per l'allenamento mi sembrava di essere un bambino nel paese dei balocchi. Mister Prandelli (ct di quell'Italia, ndr) mi disse di godermela un po’ di più, perché mi vedeva un po' agitato”. Poi una curiosità: “Come talento puro, il calciatore più forte con cui ho giocato è stato Cassano. Da allenatore però non so se lo vorrei (ride ndr). Allora mi prendo Pirlo”.

TRA PASSATO E FUTURO - “Il mio idolo d'infanzia è sempre stato Steven Gerrard, anche perché sapeva scivolare bene con le ginocchia quando esultava. Era un centrocampista completo, mi faceva impazzire. La prima maglia che ho avuto da bambino? Quella del Parma, mi avevano colpito i colori gialloblu. Però quando ho cominciato a fare il calciatore sono sempre stato tifoso della squadra in cui ho giocato. Con la città di Roma c’è un legame forte: da piccolo ero milanista ma adesso mi sento sicuramente più laziale. Ma a 35 anni è giusto riflettere sul da farsi, dice Parolo: “Ci sto pensando, l’età è quasi quella giusta. Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio, però staccandomi un pochino dalla routine giornaliera di allenamenti e partita. Ho una scuola calcio dove sono nato, a Gallarate. Non riesco a essere molto presente, ma quando mi è capitato di seguire i ragazzi ho capito quanto sia bello trasmettere qualcosa ai giovani”.

Pubblicato il 05/04 alle ore 07:45

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