Lazio, Pancaro: "Berardi che colpo! Per vincere la Champions ci mancò..." - VIDEO

“La Lazio è la squadra più importante della mia carriera” aveva detto Giuseppe Pancaro qualche tempo fa. Un concetto che emerge anche dalle parole pronunciate in esclusiva ai microfoni, nel corso della diretta andata in onda sulla pagina Instagram ‘Voce Laziale’ (CLICCA QUI PER VEDERLA, OPPURE SCORRI IN FONDO). Un amore nato nel corso dei 6 anni con la maglia biancoceleste addosso, un amore esploso con i trionfi nazionali ed europei che hanno caratterizzato la parentesi più vincente nella storia della Lazio. Ripercorrendo quegli anni, fino ad arrivare alla Lazio di Sarri, trattando anche alcuni temi di mercato, Pancaro ha detto la propria opinione con l’occhio del calciatore, dell’uomo e, da qualche anno, anche con quello dell’allenatore. Di seguito le sue parole.
Pancaro allenatore 'suis generis'
"Sono in attesa di trovare una squadra. Ho fatto solo qualche chiacchierata, aspetto la situazione giusta. Il mio mercato oggi è in Serie C. Non disdegnerei di allenare in un campionato Primavera. Quali sono le differenze? Penso che dal punto di vista metodologico cambi poco. Parliamo di ragazzi che hanno 18/19 anni. Dal punto di vista del rapporto della gestione del gruppo può cambiare qualcosa. A me piace che la mia squadra abbia il pallone, ho preso spunto da molti allenatori. Ho girato molto. Quando ho smesso di giocare è nata questa passione. Pian piano mi son fatto la mia idea".
La Lazio del 2000: fucina di allenatori
"Molti giocatori che appartenevano a quella Lazio sono diventati allenatori, per me, è grazie alla loro grande personalità. Il passaggio da calciatore a tecnico è quasi scontato, siamo portati a rimanere nel mondo del calcio. Inzaghi? Simone sta facendo un percorso straordinario, è bravissimo sia dal punto di visto tattico, sia per la gestione. Noi da questo punto di vista abbiamo avuto un maestro come Eriksson, un precursore. A Roma, dove gli umori sono particolari, lui è riuscito a trasmettere sempre serenità nello spogliatoio".
Dal 2000 alla Lazio di Sarri: differenze, storia e attualità
"Il lavoro di Sarri è assolutamente positivo. Noi siamo giudicati dai risultati, lui cerca di arrivarci per mezzo del gioco, dando spettacolo e io condivido questa idea. Il suo lavoro è sicuramente positivo. La solidità difensiva ha aiutato. Romagnoli con Sarri ha fatto molto bene, è sempre stato tra i centrali più forti d’Italia. Alla Lazio, e con il modo di giocare che ha il tecnico, si è ritrovato. Il suo contributo è stato importante per rendere la difesa biancoceleste una delle migliori del campionato. Anche se per Sarri il risultato si cerca di più nel reparto che nel singolo".
MARGINI DI MIGLIORAMENTO - "Migliorare un secondo posto è difficile. Secondo me, andando numericamente a rinforzare la rosa, la Lazio potrebbe iniziare a togliersi soddisfazioni in Europa. Con due o tre giocatori importanti avrebbe la possibilità di giocarsela in Europa, visto che di recente si è preferito il campionato. Per giocare la Champions ci vuole esperienza, ti confronti con le squadre più forti d’Europa. Noi contro il Valencia abbiamo pagato il fatto che in molti eravamo alla prima esperienza. Non vincerla per noi, sul momento, non ci ha portato rammarichi perché volevamo riportare lo Scudetto alla Lazio, era l nostra priorità. Col senno di poi, con più esperienza, potevamo vincerla".
IL PESO DELLA STORIA - "La storia ha un peso, anche se agevolata dal fatto che alcune società avevano più forza sul mercato per acquistare campioni che poi fanno vincere. Quando Cragnotti ha abbracciato la stessa politica di Berlusconi la Lazio è diventata un punto d’arrivo per tanti grandi giocatori. Purtroppo, quel ciclo è durato poco, altrimenti ci sarebbero state buone possibilità di costruire una storia di vittorie, che poi aiuta un calciatore a capire la realtà del club. È una cosa lunga, ci vogliono tempo e soldi. La fine dell'era Cragnotti l'abbiamo vissuta malissimo, molti di noi eravamo laziali, giocatori di una squadra che stava iniziando a fare la storia, è stato un brutto colpo".
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LAZZARI - "A me Lazzari piace molto in quel ruolo, ma oggettivamente sta facendo fatica. Sarri ha delle richieste specifiche e probabilmente gli preferisce altri. Se dovesse essere così diventerebbe un giocatore sacrificabile per farne entrare altri".
MILINKOVIC E LE ALTERNATIVE - "Penso che la squadra da anni sia tra le più forti d’Italia negli undici giocatori, perché ci sono giocatori come Milinkovic, Immobile, Luis Alberto, Romagnoli e Zaccagni che sono dei top player. Sicuramente perdere un giocatore come Milinkovic può creare un problema nel sostituirlo. Zielinski? Da tifoso della Lazio mi dispiacerebbe perdere Milinkovic. Si perderebbe in fisicità, ma meno in gol perché anche Zielinski segna molto. Sarebbe bello vederli insieme, perché sono giocatori diversi. Se per Sarri è meglio Frattesi o il giocatore del Napoli insieme a Luis Alberto? Lo spagnolo ha qualità diverse da loro. È un palleggiatore ed è straordinario per la tecnica e l’intelligenza. Frattesi mi piace molto. È giovane, dinamico, bravo negli inserimenti. È molto molto forte".
BERARDI - "Berardi? La Lazio davanti farebbe un pacchetto incredibile. È molto forte e funzionale per Sarri. Sarebbe un acquisto intelligente e funzionale. La Lazio deve cercare di tenere quello che ha e inserire poche cose. Ha una base importante che lavora dal tecnico con anni, trattenerla significherebbe dare continuità tecnica".
Un ricordo per Sinisa: amico, leader, trascinatore...un campione
"Mi si è spezzato il cuore quando è accaduto, anche se si sapeva, ma fino a quando non è capitato restava la speranza. Stiamo parlando di uno dei fratelli di quel grande gruppo, un leader, un trascinatore, un fuoriclasse, un campione in campo e fuori. Un uomo unico e tutto l’amore che ha ricevuto dopo è stato bellissimo, perché ha confermato che lui è riuscito a entrare nel cuore di tutti".
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