Incontro con Podavini:"Sono tifoso biancoceleste e voglio vincere un derby da allenatore della Lazio !"

In questi giorni di festa siamo andati ad incontrare Gabriele Podavini , uno degli eroi della Lazio "dei meno 9 " e lui stesso ci ha rivelato curiosità davvero interessanti e ricordi di momenti veramente da brividi con alcuni passaggi molto simpatic
01.01.2009 17:26 di  Riccardo Mancini   vedi letture
Fonte: Riccardo Mancini - lalaziosiamonoi
Incontro con Podavini:"Sono tifoso biancoceleste e voglio vincere un derby da allenatore della Lazio !"

Gabriele Podavini , uno degli autori di quella splendida salvezza nell’anno dei nove punti di penalizzazione , colui che servì quella palla a Fiorini , uno di quei giocatori a cui la gente si era affezionata davvero per il suo modo di essere , sia dentro che fuori dal campo , un ragazzo semplice , che dava tutto se stesso per la maglia che Noi amiamo , e che , nonostante le sue origini bresciane , ha imparato sin da subito cosa significassero per il popolo Laziale le parole Sangue e Sudore ed ha capito quanto possa essere fondamentale il senso di appartenenza ai colori biancocelesti ……è per questo che i tifosi non lo hanno mai dimenticato …..

 Dopo 17 giornate di campionato che giudizio si è fatto sulla Lazio attuale ?

La prima parte di campionato è andata davvero oltre le più rosee aspettative mentre purtroppo nella seconda , come tutti abbiamo avuto modo di vedere , ha stentato molto e soprattutto in trasferta , cosa che , una squadra che mira ad arrivare nei quartieri alti della classifica , non può permettersi. Il malumore che si è creato a causa del dualismo tra le punte non giova molto all’ambiente anche se un parco attaccanti del genere è uno dei più forti che esistano in Italia . Rispetto agli ultimi anni ha cambiato tanto all’interno della rosa ed al momento è composta da giocatori molto giovani e promettenti che se , non saranno lasciati andare via , potranno rappresentare le fondamenta di una squadra davvero forte per il prossimo futuro.

Alla luce del lavoro svolto finora , che idea ha di un tecnico come Delio Rossi e secondo lei sarebbe da riconfermare anche il prossimo anno ?

Mi piace molto perché è una persona seria che ama lavorare direttamente sul campo e questo credo sia molto importante anche per il rapporto con i calciatori . Penso, però , allo stesso tempo che un allenatore dopo quattro o cinque anni sulla stessa panchina abbia fatto il suo tempo e ritengo sia giusto cambiare soprattutto perche l’ambiente calcistico , quando i risultati stentano ad arrivare , addita come primo responsabile proprio il tecnico . Circola voce che uno dei candidati alla sostituzione potrebbe essere Donadoni . A me personalmente non piace e opterei per allenatori che abbiano maggiore dialogo con i loro giocatori.

Lei personalmente approva la formazione utilizzata fin qui dall’allenatore e in che modo farebbe giocare la squadra ?

Le tre punte sono improponibili per questa squadra. Chi a turno gioca li davanti non copre abbastanza per sostenere un determinato tipo di modulo. Giocherei con due punte alternandoli di volta in volta e tenendo , Domenica dopo Domenica , tutti quanti sulla corda , in modo da ottenere il massimo.

A proposito di tattica , lei , da ex terzino di quella Lazio , cosa pensa degli attuali esterni difensivi biancocelesti , tra i quali si è distinto finora brillantemente un giocatore come Lichtsteiner?

Lo svizzero è veramente forte . Spinge e difende allo stesso tempo con grande facilità ed è stato sicuramente uno degli acquisti migliori di questa gestione .Ma non trascurerei anche Radu , Kolarov e De Silvestri , tutti ragazzi giovanissimi , uno più bravo dell’altro , che rappresentano una risorsa immensa da cui attingere nelle stagioni successive. Mi capita spesso di immedesimarmi in loro , dato che quello era il mio ruolo , e sono felice che la Lazio abbia in rosa calciatori , secondo me , dal sicuro avvenire .

Facendo un bel passo indietro , torniamo ai tempi della Lazio cosiddetta “ dei meno 9 “. Una squadra che ha scritto una pagina fondamentale per la storia ultracentenaria di questa società . I suoi ricordi più belli .

La prima cosa che mi viene in mente è il principio di quella stagione : eravamo già partiti prer il ritiro estivo e la notizia arrivò come un macigno sulla testa di tutti . Fascetti , come ben si sa , fu molto chiaro : “ chi se la sente rimanga , chi , anche minimamente ha qualche dubbio in merito , può tranquillamente fare le valigie . “ Tutti ci guardammo negli occhi e decidemmo di rimanere. Fu quello il momento cruciale di quell’anno che ci permise di raggiungere lo storico risultato, insieme ad un altro fattore di grandissima rilevanza : l’apporto dei tifosi fu unico ! Il vero motore e la vera forza furono loro, anche perché 35-40.000 spettatori di media credo sia un vero e proprio record per una squadra che milita nel campionato cadetto. Per questo non finiremo mai di ringraziarli !

A proposito di tifosi , che ricordo ha della Curva Nord ?

Il bene che quei ragazzi volevano alla squadra e alla maglia era incredibile. Le loro coreografie erano da brividi e mi emozionavo come un bambino nel vederle. Ne ricordo una in particolare con un immenso telone raffigurante l’aquila che piano piano scendeva sulle loro teste .Rimarranno indelebili nei miei ricordi insieme a quelle trasferte di massa che ci consentirono di raggiungere la tanto agognata salvezza. Una cosa poi che ho notato , rispetto ad oggi e che sinceramente preferisco di allora , è il rapporto che avevamo noi giocatori coi tifosi .Una volta non si doveva passare in sala stampa per far sentire loro la nostra voce. Era un piacere incontrarli per strada e fermarsi qualche minuto con loro. Era un rapporto molto più diretto , i calciatori non venivano divinizzati come adesso ……….era tutto un altro calcio………..

Lei personalmente è rimasto nei cuori della stessa Curva Nord , come testimoniato da quello striscione con il suo nome esposto in occasione di un Lazio-Milan del 2001/2002 , in cui gli stessi tifosi contestavano lo scarso impegno di quella squadra ultramiliardaria.

Me lo ricordo benissimo ed è un attestato di stima e di affetto che ogni giocatore , anche al termine della carriera e a distanza di tempo , vorrebbe avere dai propri tifosi. So di aver dato tanto per questa maglia ma ho ricevuto sicuramente altrettanto dal punto di vista dell’attenzione e dell’amore di questa gente fantastica.

Essendo di Brescia e avendo avuto un passato sia con la maglia delle Rondinelle che con quella della Lazio , molta gente si è domandata di che squadra potesse essere Podavini .

Sono nato a Brescia e simpatizzo per la squadra della mia città ma il tifo è un ‘altra cosa , e posso dire tranquillamente che io sono un tifoso della Lazio. Non lo dico per piaggeria ma è la verità , e vi svelo un aneddoto : quando la Lazio vinse lo scudetto nel 2000 , appesi al balcone di casa mia a Brescia uno striscione con su scritto : “ Grazie Magica Lazio , come godo ! “.

Quando è stata l’ultima volta di Podavini a Roma ? E quando tornerà ?

L’ultima volta è stata al Centenario ma conto di tornare presto perché l’aria di Roma mi manca veramente tanto. Ai miei amici che si recano nella vostra città chiedo simpaticamente di portarmi un litro di aria ogni tanto perché nella capitale si respira una atmosfera straordinaria. Ho paura che nel momento in cui tornerò non riuscirò più a ritrovare la via di casa. Spero che , una volta cresciuti i miei figli , mia moglie mi cacci di casa in modo da poter venire ad abitare li. A parte gli scherzi , mi auguro con tutto il cuore di riuscire a gustarmi presto una bella partita della Lazio all’Olimpico.

Chi sono i giocatori più forti con cui ha giocato ?

Sono Giordano , D’Amico e Laudrup . Il primo è stato uno dei più grandi centravanti dell’epoca , forse un po’ sottovalutato. Vincenzo era un compagno eccezionale sia in campo che fuori e riusciva a sdrammatizzare in qualsiasi momento, mentre Laudrup aveva doti tecniche sopra la media . Peccato abbia militato per così poco tempo nella Lazio.

Di che cosa si occupa al momento e quali sono i suoi sogni personali e per la Lazio ?

Alleno a livello dilettantistico da quindici anni tra promozione ed eccellenza. Ma il mio sogno è quello di allenare la Lazio. Nei miei anni di militanza con questa maglia non ho mai vinto un derby e per questo , come dite voi romani “…. me rode “. Ai laziali auguro invece le gioie più belle perché se le meritano tutte. Sono parole sincere , credetemi , e sono felicissimo di poter interagire ancora con voi perché è proprio in questi momenti che mi sento sempre più coinvolto in un ambito cui sono così affezionato.

AI VERI LAZIALI BATTIAMO LE MANI !!!