FOCUS - Lazio, Acerbi è la Bocca della Verità: le 5 perle di saggezza del difensore biancoceleste

Pubblicato il 16/12 alle ore 10:30
17.12.2018 06:45 di Annalisa Cesaretti Twitter:    vedi letture
Fonte: Annalisa Cesaretti - Lalaziosiamonoi.it
FOCUS - Lazio, Acerbi è la Bocca della Verità: le 5 perle di saggezza del difensore biancoceleste
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Prima di diventare una delle attrazioni più visitate di Roma, la Bocca della Verità era un tombino. Ai romani – quelli dell’Impero – serviva per evitare che l’acqua sporca della Cloaca Massima invadesse le strade. Ma nel corso dei secoli quell’uomo barbuto e accigliato che sporge dal marmo ha incusso tanto timore da convincere la gente che la sua bocca fosse quella della verità. Perché davanti alla realtà dei fatti – più o meno da sempre – un po’ di tentennamento misto a preoccupazione affiora sempre. E allora avvicinare la mano tra quelle labbra di pietra diventa un azzardo. Come quando si porta il microfono alla bocca di Francesco Acerbi, l’uomo barbuto che nella Lazio racconta le cose come stanno. Senza filtri né giri di parole. Non sono le sue sopracciglia aggrottate, ma l’umiltà e la serietà che lo contraddistinguono a renderlo affidabile tanto quanto quell’enorme tondo di marmo. Dal giorno del suo arrivo a Roma ha dimostrato di non avere problemi a dire la verità, anche quando è meno conveniente per tutti. Lo ha fatto dopo la sconfitta in casa con l’Eintracht, quando non ha avuto remore nel dire: “Loro combattevano su tutti i palloni. Dobbiamo migliorare e aumentare il livello di concentrazione”. È così che la sua umiltà si è trasformata in saggezza. Ecco le cinque perle che ci ha regalato da quando indossa la maglia della Lazio.

LAZIO – EINTRACHT 1-2 – “L’unica soluzione che conosco è il lavoro”. A testa alta, Acerbi ha raggiunto i microfoni di Sky Sport dopo l’ultima sconfitta in casa contro i tedeschi. A chi gli ha chiesto se la Lazio riuscirà ad arrivare in Champions quest’anno e a non ripetere gli errori della scorsa stagione ha risposto innanzitutto “basta”. Poi ha sfoderato l’intelligenza di chi sa che il passato al momento è il coltello in una piaga che ha bisogno di guarire in fretta. E quindi ha aggiunto: “Se si pensa all’anno scorso non si può andare avanti”.

APOLLON – LAZIO 2-0 – “Si può vincere o perdere, ma la prestazione deve esserci”. È la reazione a caldo di Acerbi dopo la disfatta di Cipro. Continua un discorso che aveva iniziato prima della partita, quando dall’alto della sua saggezza aveva previsto: “Un professionista non può permettersi di sottovalutare un match”. Non è bastato il suo intuito a mettere in guardia l’intera squadra, ma di fronte alla sconfitta il difensore ha sottolineato l’errore del gruppo e lo ha reso chiaro anche ai meno esperti.

COVERCIANO – “Cerco di ritagliarmi i miei spazi. Non mi è mai piaciuto fare la comparsa”. Così il difensore biancoceleste ha commentato l’ultima convocazione in nazionale arrivata dopo l’infortunio di Romagnoli. Ha messo in chiaro le cose, ha fatto valere la presenza di un ragazzo che a 30 anni non smette mai di mettersi in gioco. Si può sempre contare su di lui (ormai è arrivato a 143 presenze consecutive), perché l’ex Sassuolo lavora col solo obiettivo di ripagare al meglio la fiducia che gli viene concessa.

LAZIO – FIORENTINA 1-0“La testa aiuta anche il fisico”. È la verità che Acerbi ha sperimentato sulla sua pelle. Le difficoltà che si sono intromesse nella sua carriera le ha superate facendo leva su una forza d’animo inaudita, che partita dopo partita cerca di trasmettere anche ai suoi compagni. Che vinca o che perda la squadra non deve mai dimenticare quanto siano importanti concentrazione e dedizione. Le emozioni – belle o brutte che siano – devono rimanere fuori dal campo. Ed è importante che in uno spogliatoio giovane come quello della Lazio riesca a trasmettere questo messaggio. Il calcio, per Acerbi, è una questione di testa.

DALLA PARTE DELL’AIRC“Il cancro si sconfigge trasformando la rabbia in solidarietà”. È la malattia che lo ha fermato, debilitato, trasformato e reso più forte. Gli ha tolto tanto, ma gli ha lasciato la consapevolezza di quanto sia importante prendere sul serio ogni attimo. E ciò che ha imparato da un’esperienza tanto grande lo mette in pratica anche e soprattutto sul campo. Da quando è riuscito a lasciarsi gli ostacoli più grandi alle spalle, Acerbi chiede sempre il massimo a se stesso. E il più delle volte lo ottiene.