Sacchi: "Sarri è un maestro. Per battere la Roma servirà una Lazio coraggiosa"

RASSEGNA STAMPA - Arrigo Sacchi ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de La Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato a lungo dell'imminente derby della Capitale, commentando il momento attuale delle due squadre e il lavoro svolto fin qui dai due tecnici.
Sul derby Sacchi ha dichiarato: "Le sfide tra Lazio e Roma non sono paragonabili alle altre stracittadine. Mi spiego: il derby dell’Olimpico è qualcosa di speciale, di unico, fuori dal comune. Dura un anno intero. È sentito in un modo pazzesco, non c’è persona che non ne parli nei giorni precedenti. Spesso, vincendolo, si salva la stagione. Logico, dunque, che la tensione sia ai massimi livelli e che il primo problema degli allenatori sia proprio gestire l’aspetto psicologico".
L'ex allenatore si è poi soffermato sullo scontro tra Sarri e Gasperini, quest'ultimo alla sua prima stracittadina, sottolineando come entrambi dovranno prestare attenzione alle possibili implicazioni mentali. Sacchi si è poi espresso sul momento della Lazio: "Ho visto Sassuolo-Lazio e capisco l’arrabbiatura di Maurizio. La squadra non risponde ancora ai suoi comandi. Però sono convinto che riuscirà a raddrizzare la barca: è un maestro, insegna calcio e, se i suoi giocatori avranno le buona volontà di seguirlo, usciranno dal tunnel".
L'ex tecnico del Milan ha poi svelato che se fosse lui a guidare la Lazio manderebbe i suoi in campo con il consueto 4-3-3, tenendo tutte le linee strette per contrastare la superiorità atletica della Roma. Alla domanda su quale giocatore potrebbe risultare decisivo, poi, ha risposto: "Il trio d’attacco. È dalle due ali e dal centravanti che ci si aspettano i guizzi per superare la difesa giallorossa. Ma più che un giocatore sarà decisivo l’atteggiamento: la Lazio, per battere la Roma, dovrà essere coraggiosa e attenta in fase di non possesso".
Su Sarri, infine, ha dichiarato: "Non è un mistero che nella primavera del 2015 lo consigliai al presidente Berlusconi per il Milan. Non se ne fece nulla, poi Maurizio andò al Napoli e creò una squadra spettacolare. Di lui apprezzo l’armonia che riesce a dare alle sue squadre e il coraggio che trasmette ai giocatori. Ho visto il suo Empoli mettere sotto, sul piano del gioco, il Milan a San Siro. La Lazio dovrà diventare sfrontata come lui desidera e dovrà mandare a memoria schemi e movimenti. Le squadre di Maurizio, quando sono al massimo della forma, sembrano dei piccoli computer: non le fermi neanche se provi a staccare la spina".
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