Lazio, tra aneddoti e ricordi Fascetti si racconta: "A Roma anni bellissimi". E su Calleri...

pubblicato il 15-12-2018 alle 14.01
16.12.2018 07:10 di  Valerio De Benedetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Dal nostro inviato Valerio De Benedetti
Lazio, tra aneddoti e ricordi Fascetti si racconta: "A Roma anni bellissimi". E su Calleri...

L'occasione per rivivere dei momenti indelebili, per ripercorrere le gesta di una squadra e di un allenatore legati indissolubilmente alla storia della Lazio. Aneddoti, curiosità, racconti di un calcio di vecchia data che però è ancora in grado di emozionare, attraverso i racconti dei propri protagonisti. In questo caso a parlare è Eugenio Fascetti, non uno qualunque insomma, durante la presentazione del libro di Lazialità che lo riguarda, in onda su Radiosei. L'allenatore che salvò la Lazio e la sua storia e che insieme al gruppo del meno nove compì un'impresa d'altri tempi. "Da giocatore alla Lazio non é andata benissimo, però ho conosciuto persone fantastiche. Come Bob Lovati, lui non sbagliava una partita", e infatti Fascetti vestì anche la maglia biancoceleste da giocatore, nonostante venga ricordato soprattutto per i suoi trascorsi da allenatore: "In un certo momento del campionato eravamo più vicini alla A che alla C. Poi abbiamo passato un momento brutto e siamo scesi in classifica. Il secondo anno dobbiamo ringraziare Savino. Galderisi ebbe quell'annata storta dove fece un solo gol per caso. Lui era molto forte, mi aspettavo almeno 15 gol. Ogni volta che vedo Roma mi emoziono, ho passato anni bellissimi. Forse non merito tutto questo affetto, sono passati tanti anni, ma sembra ieri". 

FIORINI E LA STORIA DI DAL BIANCO - Tante le belle parole spese anche per Giuliano Fiorini, altro protagonista assoluto di quella stagione, per il quale Fascetti nutriva una profonda stima: "Fiorini per noi era un trascinatore e si faceva voler bene. Aveva dei problemi ai tendini, se fosse stato al 100% avrebbe fatto tanti gol in più. Lui inconsciamente era il leader dello spogliatoio. Di solito era palla a Fiorini in area di rigore ed è gol. Anche se quell'anno segnó poco". Segnò il gol più importante però, quello al Vicenza che tutti ricordano e che permise alla Lazio di accedere agli spareggi per evitare la Serie C. Ci provò tante volte, ma Dal Bianco quel giorno sembrava insuperabile. Ed è proprio il portiere avversario di quella partita, che con un messaggio ha ricordato quei momenti: "Le ho fatto passare 86 minuti da incubo. Quella è stata la partita. Se fosse finita 4-0 nessuno l'avrebbe ricordata. Invece è stata quella della rinascita sia per me che per la Lazio", ma non finì lì, perché quel gol fu ancora più importante per Dal Bianco, che nel suo ufficio ne conserva ancora una foto: "Grazie a quel gol di Fiorini, sono riuscito a tornare a casa. Mio figlio stava male, ho fatto in tempo a soccorrerlo e gli abbiamo salvato la vita". Un aneddoto particolare, un segno del destino, quel giorno tutto doveva andare in quel preciso modo. 

L'ESONERO E IL RICORDO DEI SUOI EX GIOCATORI - Ma tra i ricordi meno belli, c'è anche quello del suo esonero. A sorpresa e inaspettato, momenti che Fascetti racconta con un po' di dispiacere: "Ho appreso la notizia del mio esonero dai giornalisti, sono tornato a Roma e ho chiesto al presidente se era vero, e lui me lo confermò. Monelli? È una balla quella. La cosa che mi diede fastidio é che Calleri non mi disse in faccia dell'esonero. Ero molto dispiaciuto per quello che successe". Tutti però conservano un buon ricordo di Fascetti, che proprio quest'anno ha compiuto 80 anni: "Quest'uomo ha puntato tutto su di me ed é diventato per me un secondo padre. Se sono stato un calciatore e oggi sono un padre di famiglia, lo devo soprattutto a lui. Ha condizionato il mio percorso di vita non solo professionale", spiega Gregucci nel suo intervento. A fargli eco anche Piscedda e Di Chiara: "Era duro e dolce allo stesso tempo, mi ha dato tanto. Lui ti chiedeva la massima disponibilità altrimenti eri fuori". Bello anche il ricordo di Giordano, che Fascetti non ebbe la fortuna di poter allenare: "Non sono stato allenato dal mister ma ci tenevo a stare qui. La forza di questa persona ha fatto sì che dopo tutto questo tempo siamo qui a parlarne. È stata una vittoria che ha permesso alla Lazio di essere quello che siamo oggi". 

DIACONALE - In rappresentanza della società c'è invece Arturo Diaconale, che nel suo intervento ha raccontato: "Io ho cominciato a seguire la Lazio da bambino negli anni 50. Quella di Fascetti fu una Lazio particolare, é bello essere qui ed avere la possibilità di conoscerlo. La Lazio di Fascetti é una leggenda, una squadra che combatteva le difficoltà e ribaltó tutte le previsioni. Alla notizia del - 9 tutti pensavano che non ce l'avremmo fatta. Era una buona squadra, ma senza Fascetti non sarebbe stato così. Si ricorderà per sempre". 

IL CALCIO DI OGGI - Fascetti conclude il suo intervento parlando anche di Inzaghi, della Lazio di oggi e dei suoi allenatori preferiti: "Inzaghi ha fatto bene e sta facendo bene. Quando ti mancano due giocatori come Milinkovic e Luis Alberto non é facile. Quest'anno non la prendono mai. Diventa dura allenare a Roma tanti anni. Già 4/5 anni qui ti distruggono. A volte bisogna anche difendere la squadra e caricarsi di tante critiche. Io dicevo sempre di sparare su di me ma di lasciare in pace la squadra. Mourinho o Guardiola? Mi sento più vicino a Mourinho, anche per il modo di rapportarsi con la stampa. A Torino é stato un grande quest'anno".