Zarate, il ritorno di Maurito: "La Lazio mi manca! Lotito, Sarri, Mondiale, vi dico tutto..."

19.11.2022 07:30 di  Lalaziosiamonoi Redazione   vedi letture
Fonte: Lavinia Saccardo - Lalaziosiamonoi.it
Zarate, il ritorno di Maurito: "La Lazio mi manca! Lotito, Sarri, Mondiale, vi dico tutto..."

Undicimila chilometri dividono Roma da Vicénte Lopez, comune neanche poi così grande della provincia di Buenos Aires. In un paese come l’Argentina, in cui il calcio è quasi una religione, il Platense si prende i fedeli di quella città in cui tutti venerano i “Marron”. Due gli anni simbolo nella storia del club, il 1999 e il 2006: la prima segnò la retrocessione in Primera B Nacional, la seconda invece, la promozione in seconda divisione, in Nacional B. Un periodo estremamente buio, riacceso dalla forza di volontà e dalla determinazione, uno scenario che non è estraneo alla Lazio, impeccabile a sapersi rialzare sempre e a mettere il proprio orgoglio davanti a tutto. Oggi, resilienza a parte, c’è qualcosa che lega nel profondo queste due realtà lontanissime.

Sono tornato dal Brasile per stare insieme a mio padre. Ho firmato per questi ultimi tre mesi per il Platense per poter stare vicino a lui negli ultimi giorni della sua vita”, ha raccontato in esclusiva alla nostra redazione. Quello che si mostra oggi è un Mauro Zàrate molto diverso rispetto a quello che i laziali ricordano, o che forse non hanno mai scoperto fino in fondo. Potenza, tecnica, un modo unico di accarezzare il pallone e di colpirlo lì, nel punto giusto al momento giusto. Questo ha mostrato di sé dal 2008 al 2012, di essere il calciatore ideale, stakanovista, folle e razionale allo stesso tempo. Oggi, quel piede sopraffino lascia il posto a una sensibilità inedita:Mio papà non c’è più e chissà cosa farò. So che vorrei giocare altrove. Vediamo cosa di bello mi riserverà il futuro, ma lo valuterò sempre insieme alla mia famiglia, per decidere quale sarà la cosa migliore da fare”.

Ha un qualcosa di particolare, addirittura anche romantico il fatto che a qualunque laziale sulla trentina oggi si chieda quale calciatore del passato vorrebbe rivedere in campo, la risposta sia sempre quella: Mauro Zàrate. Chissà cosa ne penserebbe Maurizio Sarri, schietto, deciso, come la sua idea di gioco, marchio di fabbrica che identifica un modo di trattare il pallone più unico che raro, un po’ come quello dell’ex numero 10: “Mi capita di seguire la Lazio, ma posso dire di conoscere Sarri soltanto da avversario. Mi piace tanto come allenatore, perché riesce a far sviluppare un ottimo gioco in ogni squadra in cui si trova. Spero che possa fare lo stesso anche con questa squadra". 

Fortuna o capacità di intravedere il talento, tra i corridoi di Formello oggi c'è qualcosa di nuovo, un asso nella manica che fa esaltare ed esultare e che non passa inosservato neanche dall’altra parte del mondo. Stesso sangue argentino, stesso fisico non così possente, uno è già sbocciato, l’altro è astro nascente:  "Ovviamente conosco Luka Romero, lo seguo da quando era al Maiorca. Credo sia un vero talento, anzi un talento raro. Deve stare tranquillo e deve saper approfittare di ogni minuto in cui Sarri gli concede l'occasione di mettersi in luce. Ha tutto per diventare un idolo della Lazio".

Centoquattro presenze, venticinque gol, belli e importanti. Mauro, per tutti Maurito, si prende prima la 9, poi strappa la 10 a Baronio che va a finire la sua carriera all’Atletico Roma. Capelli cortissimi, faccia da ragazzino e una maglia nera, non biancoceleste, che si confonde quasi tra i giornalisti in quel 9 luglio del 2008. Esordisce contro il Cagliari il seguente 31 agosto e mette subito le cose in chiaro con una doppietta: a Roma c’è un nuovo bomber e i tifosi se ne rendono conto molto presto. La Lazio è stato il club più importante della mia carriera. Con quella maglia addosso ho passato dei momenti davvero indimenticabili. L'amore che i tifosi mi hanno dimostrato è qualcosa di inspiegabile e devo dire che mi mancano veramente tanto”. 

Compagni, amici, fratelli. “La Lazio è una famiglia”. Tutti lo ripetono, chi c’è ora e chi c’è stato. Ma si sa, anche nelle migliori famiglie tra fratelli non si va sempre d’accordo e l’esperienza laziale di Mauro è iniziata proprio con un scazzottata: Stefan Radu, mammamia che ragazzo "malato"! Il primo anno in cui abbiamo giocato insieme ci siamo menati, però andando avanti col tempo il rapporto è migliorato. Alla Lazio ha sempre dato tutto sé stesso e per questo merita tutto l'affetto che i tifosi biancocelesti gli hanno dato in passato e gli danno ancora oggi”.

Dalla luce, al buio, l’esperienza nella Capitale di Zarate prende una brutta piega nel dicembre del 2012. La convocazione non accettata, la messa fuori rosa, poi la denuncia per mobbing nei confronti della società dopo l’apparente bugia sull’influenza passata alle Maldive. Più recente la causa sui mancati pagamenti dello stipendio, l’inchiesta della FIGC e quel rapporto che non si è mai più risanato: “Ammetto che essere andato via dalla Lazio sia stato un errore. Spero un giorno di poter tornare allo Stadio Olimpico per poter salutare il popolo laziale. Sarebbe un grandissimo sogno realizzato per me, ma ho ancora problemi con il presidente Lotito. Spero di poter sistemare le cose con lui, di trovare una soluzione. Vorrei che lui capisca che non sto chiedendo nulla di strano, ma solo ciò che mi spetta”.

Cuore rimasto nel passato, mente proiettata al futuro. Qatar, Campionato Mondiale. L’Argentina, la sua Argentina sorteggiata nel gruppo C con Arabia Saudita, Polonia e Messico non avrà vita facile, ma neanche impossibile. La certezza si chiama Lionel Messi, deciso a chiudere la carriera alzando al cielo la Coppa del Mondo, l’unica che gli manca: “Al Mondiale che sta per iniziare partecipano diverse Nazionali di livello. È la competizione più importante e difficile che c'è, ma credo che questo possa essere l'anno giusto per l'Argentina. Ormai non perdono da diverse partite e questo è il fattore principale che deve dare fiducia alla squadra. Penso che per loro questo Mondiale arrivi al momento giusto”.

Ricordi, rimorsi, e curiosità su ciò che riserverà il futuro. Questo è Mauro Zarate oggi. Attivissimo sui social, si mostra ancora con quel sorriso e quello sguardo da ragazzino, quelli, insieme all’amore per i tifosi biancocelesti non cambierà mai. “Ripeto, non dimenticherò mai il popolo laziale”, ha detto salutando, come se volesse ribadire, assicurarsi che il messaggio d'amore arrivi forte e chiaro. Ma Maurito chi lo dimentica? Per tutti sta ancora correndo sotto la Curva Nord con quelle mani dietro le orecchie.

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Pubblicato il 18/11 alle 12.00