Lazio, Sarri: "Si sono rinforzate tutte, noi no. Siamo in difficoltà, serve pazienza"

Parla Sarri. Durante la sosta per le nazionali, il tecnico della Lazio interverrà alle 14:20 ai canali ufficiali della società. Di seguito le sue dichiarazioni: "Ho avuto un momento di feroce giramento, a volte non mi fa estremamente piacere venire a parlare. Bisogna essere molto razionali, avere idea di quello che ci è successo e che stiamo affrontando. Dobbiamo essere molto al di fuori delle sensazioni esterne e molto al di dentro di quelle interne”.
“Non voglio essere né ottimista e né pessimista, siamo realisti e valutiamo la realtà della situazione in questo momento. Potevamo vincere, poi perdere nel finale. L'aspetto positivo è il carattere, abbiamo ripreso la partita lottando su una palla praticamente morta e in una situazione difficile. Quando ti mancano 8-9 giocatori è complicato, tutte le squadre in estate si sono rinforzate, noi non abbiamo potuto farlo e in questo momento abbiamo fuori tanti giocatori. È un inizio di campionato di grande difficoltà: Vecino non ha mai giocato; Rovella ha fatto solo una partita in condizioni fisiche buone e abbiamo vinto; dietro abbiamo avuto problemi con Lazzari, Pellegrini e Marusic; Gigot non si è mai allenato; Patric è stato fuori; Romagnoli e Guendouzi sono stati squalificati; Rovella ha una problematica che non è nuova, si era già presentata quando ero qui io; Vecino non l'ho praticamente mai visto; Isaksen ha avuto una malattia e non l'abbiamo mai utilizzato; e Zaccagni ora si è infortunato. Abbiamo chiesto comunque ai ragazzi di non farsi alibi e non l'hanno fatto, abbiamo lottato e giocato in modo accettabile. Bisogna fare un plauso a Basic che è stato tanto fuori e nel momento del bisogno ha fatto due gare di buon livello. Vediamo anche gli aspetti positivi della situazione".
"La nostra prestazione migliore è stata contro la Roma, una squadra in salute. Perdere ci ha lasciato un grande rammarico. Qualche merito a questi ragazzi bisogna concederlo, mi sento in dovere di difenderli, hanno lottato senza scuse e giocando per fare risultato. La classifica? Forse poteva essere migliore per le partite che abbiamo fatto. Dobbiamo continuare a fare le prestazioni e probabilmente la riassestiamo. Dobbiamo avere pazienza, non posso averla solo io. Sapevamo tutti delle difficoltà di inizio anno. Siamo in un contesto in cui il livello medio delle squadre è salito. Il Torino è una squadra come noi ora".
"Rispetto al mio terzo anno qui la situazione è completamente diversa. Prima c’era un momento unico per fare un salto di qualità forte. Le cessione di Milinkovic-Savic e la Champions ce lo permetteva, la mia delusione era dettata dal fatto che non stavamo facendo quel passo in avanti. Quest'anno invece ho accettato le difficoltà, non posso essere deluso, sapevo che sarebbe stato difficile. C’erano delle premesse diverse al mio terzo anno, per quello che non sono stato contento".
"Il nostro modo di attaccare? Stiamo cambiando rispetto alle caratteristiche dei giocatori, io sono più adatto a una squadra di palleggio ma questa è una squadra di accelerazioni che deve andare in ripartenza e negli spazi. Poi bisogna vedere se troviamo equilibrio, sennò è inutile fare due gol a partita e prenderne due/tre. La situazione dei giocatori a disposizione ci costringerà a cambiare modulo a volte: o recuperiamo qualcuno oppure dobbiamo cercare altre soluzioni".
"Infortunati? Lazzari è rientrato la scorsa settimana, Marusic oggi ha dei controlli, Pellegrini vediamo come sta perché ha un problema al ginocchio, Rovella è un discorso lungo, Vecino è stato un enigma e lo dobbiamo valutare, Dele-Bashiru è ancora fuori, Isaksen ha avuto una malattia subdola che lascia senza forze per mesi, e agonisticamente deve ancora crescere ancora. Vediamo poi anche l'evoluzione di Zaccagni, è una situazione in divenire. A due giorni dalla partita capiremo con che modulo giocheremo".
"Cancellieri? Sta crescendo di suo, l’ho trovato diverso rispetto a due anni fa. È molto più maturo, convinto dei propri mezzi. Dà il suo meglio nell’accelerazione e nell’aggressione degli spazi, se lo costringiamo a palleggiare gli togliamo alcune qualità. Può migliorare molto negli impatti diretti quando entra in area, speriamo che la sua evoluzione sia positiva perché ha delle potenzialità. Ora è concentrato sul lavoro, non dà segnali di presunzione e questo credo sia fondamentale. Purtroppo, per come vedo io il calcio, noi abbiamo tanti giocatori istintivi, e questo ci fa fare fatica a diventare squadra. Io per istinto ho visto vincere poche partite in cinquant’anni. Se lo fa Maradona va bene, se lo fa un giocatore medio-buono va meno bene".
"Noslin? È un giocatore difficile per un allenatore, è complicato collocarlo in un contesto. Ha la gamba da esterno ma non lo è propriamente; potrebbe essere un trequartista ma non ha la giusta qualità; può essere un centravanti ma non lo è fino in fondo. È un giocatore che in certe situazioni può darci una mano, che ha comunque numeri e qualità. L’interpretazione difensiva contro il Torino non mi è piaciuta, sembravamo una squadra con quattro attaccanti, un 4-2-4. Ci serve più equilibrio nel modulo. L’ambiente? Io sono un animale da strada, non so che scrivono o che commenti fanno sui social. Sono uno che vive le sensazioni della strada, e i tifosi che ho incontrato stanno capendo le nostre difficoltà. Le mie trecento panchine in Serie A? Sono troppe. Queste statistiche non mi interessano, pensiamo alla prossima e via".
"Milan - Como in Australia? Ha ragione Rabiot, gli possono rispondere quanto vogliono. Tirare in ballo l’aspetto economico è stato brutto, è stata una brutta risposta. Lui è un ragazzo stupendo, è uno di quelli che va dentro a combattere. Se non ci fossero i giocatori, la Lega non avrebbe soldi".
"Atalanta? È molto in linea, cambia nei dettagli da Gasperini a Juric. Non ci sono stati grossi cambiamenti, è una squadra fortissima con un parco attaccanti di grande qualità".
"Tempo effettivo? In Italia c’è un modo di giocare molto fisico, certi tipi di contatto non sono fischiati a volte. Nel derby c’è stato un giocatore degli avversari che ha fatto cinque falli in dieci minuti. Erano falli normali, ma tutti contro il gioco del calcio. Io arbitro, al terzo devo ammonire. Aumentare i recuperi? Quest’anno stiamo giocando con un tempo effettivo minore rispetto agli anni scorsi, bisogna fare qualcosa o a livello di conduzione arbitrale o di tempo effettivo".
"Nazionale? Con tutti i problemi che sto affrontando in questo momento, non me ne può fregare di meno. Ci sarà sempre una generazione più forte e meno forte. La domanda che mi faccio io è: cosa facciamo noi per far arrivare pronti i nostri giovani? Abbiamo un campionato Primavera che si gioca in stadi indecenti, con 150 spettatori. Se la domenica poi uno di questi ragazzi deve andare in campo all'Ollimpico con 50mila spettatori, è chiaro che non è pronto. Non mi piace la soluzione delle squadre B, va contro il nostro campanilismo calcistico. Uno di Foggia vuole giocare contro il Bari, non contro l’Atalanta U23. È la morte del calcio di Serie C".
"Sarà una stagione di alti e bassi, chi non l'aveva previsto era un folle. Se c'è margine di trovare una strada? Ora prima di tutto ritroviamo i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che punto siamo. Poi cerchiamo di innescare una strada. Il fatto che fosse un anno difficile l’avevo detto. Dobbiamo avere tutti pazienza, io inaspettatamente l'ho trovata".
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