Lazio, incognita tifosi all'Olimpico: la protesta continua
RASSEGNA STAMPA - A ieri sera i biglietti venduti sfioravano quota 6.000, ma il vero colpo d’occhio dell’Olimpico si capirà solo al fischio d’inizio. Sulla carta, infatti, andrebbero aggiunti i 29.918 abbonati e il migliaio scarso di tifosi che avevano acquistato il Pack 3 Partite (comprensivo anche delle sfide contro Juventus e Cagliari).
Nella pratica, però, resta da capire quanti laziali aderiranno allo sciopero annunciato dai gruppi organizzati, nato dopo le polemiche per il mancato ingresso in campo di Giulia Paparelli, nipote di Vincenzo, nel giorno della coreografia dedicata alla memoria della vittima del tragico derby del 1979.
Come riporta il Corriere dello Sport, il conteggio aritmetico parla di circa 37.000 spettatori potenziali, ma è assai probabile che sugli spalti se ne vedranno molti meno. La protesta in atto, infatti, è solo l’ennesima manifestazione di una frattura che va avanti da tempo tra una parte consistente del tifo organizzato e i vertici biancocelesti. L’affluenza allo stadio, fatta eccezione per i big match, è calata in maniera evidente negli ultimi anni.
Dal punto di vista societario, il ritorno dell’aquila (che oggi sarà ufficialmente presentata con il nome “Flaminia”) avrebbe dovuto rappresentare un gesto distensivo. Ma i gruppi organizzati lo hanno letto diversamente. "Una società davvero vicina ai tifosi avrebbe innanzitutto rimediato invitando la nipotina di Vincenzo a scendere in campo per il calcio d’inizio — ha spiegato un rappresentante degli Ultras Lazio a Radio Laziale — e poi pubblicato un comunicato di chiarimento. Invece, fatalità, proprio in questa gara verrà presentata l’aquila. Sembra un voler far finta di nulla. Nulla contro l’aquila, ai bambini piace, ma si poteva rimandare di una domenica. Sembra un dispetto".
