Pubalgia risolta: Rovella operato, ora inizia la vera cura
Nel silenzio sospeso della sosta, a Roma oggi è andato in scena un intervento che per la Lazio vale quanto un colpo di mercato. Nicolò Rovella è stato operato di pubalgia alla clinica Quisisana dal professor Antonio Guglielmi, specialista che i biancocelesti conoscono già molto bene. L’operazione è perfettamente riuscita, il decorso post-chirurgico è stato avviato senza complicazioni e la tabella parla di circa 40 giorni di convalescenza prima di rivedere il regista sulla via del campo. Si tratta di un intervento necessario poiché non si è trattato semplicemente di un problema recente: la pubalgia era un disturbo che lo affliggeva da anni (già ai tempi del primo ciclo di Sarri alla Lazio Rovella aveva accusato gli stessi sintomi) e si è trattato di un riacutizzarsi, finito per incidere più del previsto.
La decisione è arrivata dopo una lunga fase conservativa: terapie, riposo, lavoro personalizzato ma senza la svolta sperata. Ora è il momento del bisturi e della ripartenza. La Lazio ha ufficializzato tutto con una nota: «Questa mattina il tesserato Nicolò Rovella è stato sottoposto a un intervento chirurgico per una Groin Pain bilaterale, risultata refrattaria alle terapie conservative...».
A rendere questo percorso più rassicurante c’è un precedente che a Formello conoscono bene: lo stesso professor Guglielmi, in estate, ha operato Mattia Zaccagni per risolvere la “Groin Pain Syndrome”, la forma moderna di definire la pubalgia. Intervento mini-invasivo, rientro programmato e oggi Zaccagni sta confezionando una stagione di altissimo livello: alte prestazioni e corsa costante, che lo rendono protagonista come non mai. Un impatto tecnico e caratteriale evidente. Ecco perché Guglielmi, se riuscirà a “liberare” anche Rovella, per la Lazio diventerà non solo un medico, ma un vero totem di rinascita sportiva.
Il calvario di Rovella può dunque trovare la sua fine. La speranza è semplice ora: chiudere definitivamente il capitolo del dolore, per tornare a correre, a cambiare ritmo, a esserci. Per tornare a lottare con l’aquila sul petto.
