Lazio - Roma, il doppio ex Fuser: "Il derby non è una partita qualsiasi. Vincerla significava..."

19.09.2025 11:15 di  Chiara Scatena   vedi letture
Lazio - Roma, il doppio ex Fuser: "Il derby non è una partita qualsiasi. Vincerla significava..."
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

RASSEGNA STAMPA - Diego Fuser di derby se ne intende, avendone giocati a Torino, Milano e Roma. Oggi ha 56 anni, vive nelle colline di Asti, si gode la famiglia e non ama apparire in tv. Segue il calcio, ma solo alcune grandi partite, anche se i ricordi restano vivi. Il suo esordio in Serie A arrivò con il Torino, poi ci fu il Milan e poi la Lazio, con cui ci fu subito un legame speciale.

Con i biancocelesti giocò tutti i derby degli anni ’90. Di quel periodo, come ha raccontato in esclusiva al Messaggero, ricorda i tifosi che affollavano gli allenamenti e la città che parlava della stracittadina mesi prima: "A Roma è tutto diverso. Chi lo sentiva di più? Gregucci e Corino erano i più accesi". Il suo derby del cuore resta il primo: segnò con una sassata da trenta metri ma non gli convalidarono il gol, anche se oggi con il Var sarebbe stato diverso. Finì 1-1, con reti di Giannini e Gascoigne.

Per lui vincere il derby significava "salvare mezza stagione". Più che mentalità provinciale, ha spiegato, è la realtà romana che rendeva impossibile trattare la stracittadina come “una partita qualsiasi”, come invece teorizzava Zeman. Quelli contro il boemo, aggiunge, erano di “facile lettura”: molti in squadra lo conoscevano già e infatti la Lazio ne vinse quattro di fila.

Lasciò la Lazio nel suo momento migliore, ma senza rimpianti, e poi alla Roma arrivò con Capello, che lo chiamò il giorno dello scudetto mentre lui vestiva la maglia del Parma. Il primo anno andò bene, poi i rapporti si incrinarono e giocò poco. Eppure ricorda con piacere quell’esperienza: nessuno gli fece mai pesare il passato biancoceleste e ancora oggi è legato a tanti amici giallorossi con cui gioca a padel, da Di Biagio a Totti.

Alla Lazio, intanto, diventò capitano quasi per caso. La fascia era stata data a Favalli, ma lui, timido e riservato, gli disse che non se la sentiva. Così Fuser la indossò e da capitano alzò anche qualche trofeo. Il ricordo più amaro resta il 3-0 subito da Mazzone: "Ci ha fatto male".