Hernanes, stakanovista a un gol dalla leggenda: "Un onore aver raggiunto questo traguardo"
A un passo dalla storia, due partite per scrivere il proprio nome tra quello degli immortali biancocelesti. Hernanes studia da recordman, gli manca un gol per superare Nedved, migliorare se stesso e diventare il marcatore più prolifico nella storia della Lazio. Il Profeta è a quota 11 in campionato, come due stagioni fa, quando al suo arrivo in Italia fu subito in grado di imitare la furia ceca. Hernanes sogna il sorpasso, un gol lo proietterebbe nel pantheon laziale, dopo la cinquina realizzata da Klose, a Formello, si respira ancora aria d’impresa. Il talento di Recife è tornato a timbrare il cartellino con regolarità, due gol in tre giorni, a San Siro ha bagnato la sua presenza numero 100 in Serie A come meglio non poteva. Ha sfidato Handanovic, lo ha trafitto con un rigore perfetto, nella ripresa ha sfiorato la doppietta con un bolide dai 25 metri, bravo il portiere dell’Inter a opporsi. E’ tornato a segnare Hernanes, nel girone d'andata toccò quota 7 centri, una flessione di rendimento da gennaio ad aprile ne aveva condizionato anche l'incisività sotto porta, è rimasto a secco per quasi tre mesi, ora ha ricominciato a gonfiare le reti avversarie.
Ha il vizio del gol il Profeta, è il centrocampista più prolifico del campionato, nessuno segna come lui: Hamsik, Ilicic e Vidal sono fermi a quota 10. Quella messa a segno a San Siro è la rete numero 30 in campionato con la Lazio, Hernanes viaggia a una media di un gol ogni 3.33 partite, meglio di Hamsik (3.6) e Vidal (3.5). Staccati tutti gli altri: da Diamanti a Ilicic. Ha in casa un tesoro la Lazio, lo sa anche Petkovic che a Hernanes non rinuncia praticamente mai. Il brasiliano ha collezionato 51 presenze in stagione. Un’enormità. Vidal e Marchisio, stakanovisti del centrocampo della Juve, sono fermi a 44 presenze tra campionato e coppe. Solo Ledesma e Javier Zanetti (49 e 48 gare giocatore) si avvicinano ai numeri del Profeta. Anche così si può spiegare un rendimento non sempre al top, una discontinuità che i più critici gli imputano. Pensate se Hernanes fosse riuscito a fare la differenza in tutte e 51 le gare giocate, parleremmo di un alieno. A San Siro si è disimpegnato bene, viaggiando su ritmi non elevati, cucendo il gioco e provando a dare geometrie alla manovra della Lazio. L’intensità, proprio a causa delle tante partite giocate, non poteva essere quella dei giorni migliori, ma il Profeta è riuscito comunque a incidere nei momenti topici della gara, non solo presentandosi dagli undici metri, cancellando così la macchia del rigore sbagliato nel derby. In questa Lazio, Hernanes vale oro, la sua presenza è una garanzia, sogna un epilogo di stagione memorabile: da conquistare c’è il record personale di gol, ma soprattutto una finale di Coppa Italia destinata a entrare nella storia. L’ultimo derby lo ha visto protagonista nel bene e nel male, un gol da antologia, poi l’errore dal dischetto e il fallo da rigore su Pjanic. Il derby è la sua partita, ha quasi sempre inciso, è un match con il quale ha un feeling particolare, anche qui sono i numeri a fare da giudici incontestabili: l'ex San Paolo ne ha giocati sette e alla Roma ha già fatto male in quattro occasioni. Anche qui una media da urlo. Hernanes brama di vincere un trofeo con la Lazio, sarebbe il coronamento di tre anni straordinari. E probabilmente il miglior viatico per continuare una storia d’amore che, in tanti, vorrebbero interrompere già in estate (vero Real Madrid?). A Lotito il compito di scacciare voci insistenti e insidiose pretendenti, blindando Hernanes e costruendogli intorno una Lazio da Champions.
AGGIORNAMENTO 00.00 – Intanto in Brasile, attraverso il portale lancenet.com.br, il Profeta ha confermato la gioia per aver riportato la Lazio alla vittoria a Milano dopo 15 anni e di aver raggiunto ancora una volta Nedved nell’Olimpo dei centrocampisti goleador biancocelesti: “Per me è un grande onore. Ma ogni volta che si raggiungono certi traguardi il merito non è mai di una sola persona. Ringrazio Dio, il mio club, i miei compagni e i tifosi. Tutti mi hanno aiutato a crescere e migliorare sempre di più”.
