Lazio - Atalanta, il precedente: e segna sempre lui, Signori fa tripletta solo su punizione

05.05.2019 09:15 di Alessandro Menghi Twitter:    vedi letture
Fonte: Alessandro Menghi - Lalaziosiamonoi.it
Lazio - Atalanta, il precedente: e segna sempre lui, Signori fa tripletta solo su punizione

È l’antipasto di quello che vedremo il 15 maggio in finale di Coppa Italia, LazioAtalanta oggi vale per la corsa alla Champions League. Al diavolo l’atteggiamento morbido insinuato da qualcuno, la squadra di Inzaghi non si scanserà. C’è in palio un obiettivo stagionale, di fronte una formazione forte che in passato ha creato problemi anche da già retrocessa.

LAZIO SOFT - Il 10 aprile del 1994 all’Olimpico arriva un’Atalanta già condannata alla Serie B senza più stimoli se non quello di non fare brutta figura. La Lazio gioca per i piani alti della classifica (a fine stagione si piazzerà quarta) e necessita dei tre punti. L’approccio dei biancocelesti, però, guidati dalla panchina da Zoff, non è dei migliori: occasioni che non fioccano anzi, si contano appena sulle dita di una mano e squadra che non mostra né mordente né dà l’impressione di azzannare la partita. Sarà che di fronte Signori e compagni hanno un avversario che non ha più nulla da offrire al campionato, il rischio di prendere sottogamba la gara man mano prende corpo. Il primo tempo scorre via tra un tentativo di Boksic, bello il riflesso di Pinato che sventa in corner, e qualche incursione offensiva priva di efficacia.

CAPOLAVORO SIGNORI - La ripresa è più divertente: dopo 1’ Winter sbaglia incredibilmente da due passi su cross di Negro dal fondo. Altro giro di lancette e ancora Winter davanti a Pinato calibra male il pallonetto favorendo l’intervento del portiere atalantino. In vantaggio però ci va la Dea: al 5’ il traversone di Orlandini pesca Valentini, dimenticato colpevolmente dalla difesa bianconceleste, che di testa appoggia l’1-0. È tempo per la Lazio di cominciare a fare sul serio e dal 66’ inizia lo show di Signori. Prima punizione, gol. Seconda punizione, gol (76’). Terza punizione, gol (92’). Una tripletta costruita completamente da calcio da fermo, girando attorno alla lunetta dell’area di rigore e cambiando con astuzia la scelta della conclusione: due volte di potenza, una di precisione a scavalcare la barriera. Sempre con quel mancino fatato. Alla fine è 3-1. E segna sempre lui.