Lazio, Correa a salve: tante chance e pochi gol, i numeri sono impietosi

L'argentino, dopo un precampionato da 14 gol, si è spento. Tante le occasioni fallite, spesso clamorose e i numeri non sono dalla sua parte.
26.09.2019 07:30 di  Marco Valerio Bava  Twitter:    vedi letture
Fonte: MarcoValerio Bava-Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Correa a salve: tante chance e pochi gol, i numeri sono impietosi

Non riesce a diventare cinico, è il suo limite più grande. Incontenibile fino al limite dell’area di rigore, bellissimo da vedere quando parte palla al piede e salta avversari come birilli, stucchevole però quando fallisce gol che sembrano fatti solo davanti al portiere. Correa ci è ricascato, è successo di nuovo a San Siro, due volte, era accaduto già nel derby. Errori che costano caro, costano punti, fossero entrati quei palloni chissà oggi di che Lazio si parlerebbe. Invece restano rimpianti, analisi amare che si mixano alla voglia di ripartire dalle cose positive, dai margini di miglioramento che questa squadra ha mostrato di avere. Il Tucu si è presentato due volte solo davanti ad Handanovic, ha sbagliato in entrambe le occasioni: nel primo tempo, nel momento di maggior spinta della Lazio, quando il pareggio sembrava davvero maturo, ha duettato con Caicedo che gli ha restituito un assist d’oro, ma l’argentino si è perso, ha tentato uno scavetto, ha mancato clamorosamente lo specchio graziando l’Inter. Nella ripresa, da corner, Skriniar se lo perde, Handanovic esce male, ma Correa a porta vuota manda al lato. Altro errore da matita blu. Gli manca freddezza, quel killer instinct che farebbe di lui un giocatore di livello mondiale. Aveva finito, la scorsa stagione, con quattro reti nelle ultime sei gare ufficiali tra campionato e Coppa Italia conquistata anche grazie al suo super gol in finale contro l’Atalanta.

POCO CINISMO - Il precampionato sembrava aver portato conferme su questo fronte, il Tucu aveva segnato 14 gol diventando il biancocelesti più prolifico della pre-season. Poi però il nuovo blackout. Il gol a Genova, contro la Samp, per ora sa di illusione, poi si ricordano solo passaggi a vuoto. Quello a tu per tu con Pau Lopez, nel derby, grida ancora vendetta. Correa aveva lo specchio della porta a sua disposizione, calciando rasoterra avrebbe probabilmente segnato, ha scelto di alzare la traiettoria premiando l’estremo difensore romanista rimasto in piedi fino all’ultimo. Segna poco Correa, deve migliorare se vuole essere la seconda punta titolare di una squadra che punta alla Champions. I numeri per ora sono impietosi. L’argentino ha siglato una rete in sei gare giocate, in 472 minuti in campo ha tirato 23 volte centrando solo una volta il bersaglio. Poco, davvero troppo poco. Correa, analizzando i dati, calcia in media 3,8 volte a partita e con un solo gol all'attivo finora in stagione vuol dire che timbra il cartellino in media lo 0,26 volte che calcia. Contro Spal e Cluj è stato anonimo, ha giocato forse le sue peggiori partite in biancoceleste, contro l’Inter è apparso più vivo, più pimpante, ma ancora poco cinico sotto porta. È un aspetto su cui si può lavorare, un difetto che può essere limato e migliorato. Ma bisogna fare in fretta, per vincere e puntare alla Champions servono i gol. Soprattutto quelli degli attaccanti. 

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Pubblicato il 26-9 alle 01.17