Lazio, il tifo organizzato risponde a Lotito: l'intervento

Il tifo organizzato, ai microfoni di Radio Laziale, ha risposto alle parole di Claudio Lotito, intervenuto nel pre-partita di Lazio-Lecce
24.11.2025 17:30 di  Niccolò Di Leo  Twitter:    vedi letture
Lazio, il tifo organizzato risponde a Lotito: l'intervento

"Se volete, come è già accaduto anche con Gabriele Paparelli, e coloro che rappresentano il tifo organizzato se c'è qualcuno della società sportiva Lazio che intende chiarire il tutto, io possono serenamente ospitare questo chiarimento qui in radio". Inizia con queste parole di Danilo Galdino, conduttore di Radio Laziale, l'intervento di alcuni esponenti del tifo organizzato sugli 88.100FM, il giorno dopo la partita tra Lazio e Lecce e la protesta dei tifosi biancocelesti per la vicenda Paparelli. 

IL TRATTAMENTO ALLA FAMIGLIA PAPARELLI - A prendere parole è poi uno degli esponenti della Curva Nord, che in merito a quanto dichiarato da Lotito ha aggiunto: "Spiegheranno perché tutti gli 'onori del caso' significa dargli due biglietti in tribuna autorità e neanche un tramezzino a una ragazzina di 13 anni, se per loro tutti gli onori signfica questo, per oi tutti gli onori significa un'altra cosa e troppo buoni siamo stati perché questa cosa l'abbiamo portata avanti direttamente alla domenica mattina. Perché noi ci rendiamo conto dlela situazione di difficoltà che c'è alla Lazio per via della cattiva gestione di questa gente, perché se noi la facevamo uscire lunedì non entravamo neanche alla prossima". 

COERCIZIONE - "Mentre nelle televisioni nessuno gli può dire il contrario, mentre parla di coercizione questo signore dovrebbe capire che la coercizione c'è nel momento in cui queste persone pagano il biglietto e gli viene detto 'no, tu qui non entri' con maniere brusche e violente o o meno e quindi c'è la coercizione di impedire alle persone di vedere e assistere a uno spettacolo. Noi abbiamo dato libera scelta alle persone che, naturalmente schifate da tutto quello che è successo, la nostra credibilità vale più della sua, e quindi le persone hanno deciso di non entrare spontaneamente". 

LO STRISCIONE"Se la questura, ovviamente c'è una prassi che prevede che delle persone con un nome e un cognome, non che 'non si sa chi siano' ma come si fa a fare un'intervista dicendo uno striscione non entra perché non è presentato da chi non si sa come, non si sa perché. Ma cosa sta dicendo? Nel momento in cui uno striscione viene autorizzato, viene fatta una richiesta per qualsiasi voglia tipo di attività da una persona fisica".