Lazio la svolta di Genova: infortuni e critiche dettano la via...

Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Lazio la svolta di Genova: infortuni e critiche dettano la via...

Carattere, determinazione e voglia di rivalsa. La Lazio di Genova ha mostrato gli artigli, ha messo all’angolo l’avversario e lo ha spedito al tappeto in tre colpi secchi. La strana storia di questa squadra, bersagliata dalla critica che l’ha bollata come povera di qualità, fragile, destinata a soccombere. La strana storia di una Lazio che perde pezzi ma trova coraggio, che sembra precipitare e invece si rialza, che in quel piano inclinato al contrario trova forza e rilancio. È la sana follia laziale, quella che nonostante tutto continua a segnare record di abbonamenti e presenze nell’anno più incerto e controverso dell’era Lotito.

E poi il campo, che spesso sa di beffa per la Lazio: tre sconfitte in quattro gare, un derby perso, due espulsioni, due nuovi infortuni pesanti – Dele Bashiru e Rovella – un vecchio lungodegente come Vecino e tante incognite come Isaksen e Patric che non vedono il campo da mesi. In questo scenario apocalittico nasce la Lazio di Genova. Una squadra coraggiosa, battagliera, che si è caricata un popolo sulle spalle e ha battuto il Genoa. Non era la partita della vita, perché tra Genoa e Lazio il divario tecnico è chiaro, ma con tutte le zavorre fisiche e mentali che gli uomini di Sarri si portavano dietro, vincere sembrava addirittura impossibile. Eppure le corse di Cataldi, la concentrazione di Romagnoli, la prestazione di Cancellieri, il gol e l’audacia, lo spessore tecnico del Taty e il peso specifico di Zaccagni hanno spalancato alla Lazio la porta del destino. Genova come rotta di speranza, come acuto da non lasciare isolato.

“Come si cambia per non morire” recitava una vecchia canzone e ne sa qualcosa Sarri che, nell’emergenza, ha rivisto i suoi dogmi e ha rispolverato il passato: Lazio a due punte, 4-4-2 o 4-2-3-1 di baroniana memoria. Più spinta in avanti con Taty e Dia a dialogare, più lavoro sugli esterni in copertura e sostegno. La Lazio deve tornare a crederci, a lottare, a restare sulla rotta di Genova e a usare quelle nuove carte nautiche che Sarri ha deciso di tirare fuori. Anche Sarri deve crederci e aprirsi al cambiamento, perché il segnale arrivato dall’emergenza non può cadere nel vuoto. La Lazio con due punte è più viva, più divertente, più incisiva. Bisogna saper amministrare e dosare gli ingredienti che offre la cucina, perché questa squadra non sarà il top della tecnica, ma nell’insieme può sviluppare un calcio interessante, capace di mettere in difficoltà chiunque.

A Genova, davanti alla desertificazione della rosa, Sarri si è inventato Toma Basic titolare e lui ha risposto con una prestazione da titolare vero, correndo e lottando come non mai. Serviranno intuizioni e coraggio per rileggerla in maniera differente questa stagione iniziata male, perché il miracolo di questo campionato potrebbe essere proprio quello di tenere alta l’intensità e la qualità delle prestazioni, puntando anche su chi finora ha faticato a esprimersi. Uno per tutti e tutti per uno, questa deve essere la missione: nessuno escluso, Dele Bashiru e Noslin compresi. Rendere possibile ciò che finora è sembrato impossibile e poi dare fastidio, tanto fastidio, a chi pensa che questa Lazio sia già finita.

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