Lazio, Stankevicius sul 26 maggio: "Vi svelo chi fu il vero trascinatore"

Tra gli eroi nell'ombra di quel 26 maggio 2013 non va dimenticato Marius Stankevicius. Nonostante le poche presenze in campionato in quella stagione, il difensore lituano era in panchina in occasione della finale di Coppa Italia contro la Roma. E ricorda perfettamente quello che successe. Il suo racconto ai nostri microfoni: prima, durante e dopo.

Il tuo primissimo ricordo della vittoria della Coppa Italia del 26 maggio 2013?

“Il ricordo che ho sono i festeggiamenti dopo la coppa alzata. Ci tenevamo tutti. Fu una settimana molto dura da reggere a livello di pressioni. Diciamo che fu qualcosa di liberatorio”.

Cosa c’era di magico nel vostro gruppo?

“Ci ho anche pensato negli anni. Per me quella, come adesso, era una Lazio costruita per vincere. Ma è normale avere quell’ambizione quando militi in club di questo tipo”.

Chi o cosa vi portò a conseguire un’impresa simile? 

“Più che la finale, è bello ricordare il percorso che ci ha portati fino a lì, perché non fu semplice. Il nostro trascinatore fu Miro Klose: un campione totale. Aveva vinto tutto e si mise umilmente a nostra disposizione. Difficile trovare in carriera campioni così”.

Petkovic incise particolarmente nella vostra vittoria o fu più merito del gruppo squadra? 

“Io non ho chissà quali grandi ricordi di Petkovic (ride ndr). Più che altro ricordo che avevamo nello staff uno psicologo, che ci guidava nell’importanza di vincere trofei. La società ci teneva. Per questo dico che l’obiettivo era vincere trofei nel nostro periodo”.

Capita di sentirvi ancora e di ricordare quella stagione? 

“Eccome! Negli anni spesso succede. Qualche volta ci siamo ritrovati anche tutti quanti insieme. Ognuno ha la propria vita, ma quella giornata a quel trofeo ha e avrà sempre un sapore diverso per tutti noi”.

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