Milan-Lazio, rigore o non rigore? L'analisi di Morganti

L'ex arbitro di Serie A, Emidio Morganti, ha analizzato, ai microfoni di Radio Laziale, l'episodio del tocco di braccio di Pavlovic in Milan-Lazio
02.12.2025 13:00 di  Niccolò Di Leo  Twitter:    vedi letture
Milan-Lazio, rigore o non rigore? L'analisi di Morganti

Emidio Morganti, arbitro che diresse tra le tante partite anche la finale di Supercoppa Italiana di Pechino tra Lazio e Inter, è intervenuto ai microfoni di Radio Laziale per analizzare l'episodio arbitrale che ha infiammato gli ultimi minuti di Milan-Lazio. L'ex direttore di gara ha offerto il proprio punto di vista esperto nel cercare di chiarire la punibilità, o no, del tocco di braccio di Pavlovic sul tiro ravvicinato di Romagnoli. Di seguito le sue parole. 

Io farei partire il discorso dalla lontana. Diamo dei numeri: Collu aveva arbitrato Roma-Udinese e non aveva visto un intervento di mano in area, ha raddoppiato in Serie B e poi ha fatto Milan-Lazio. Dico questo per far capire il suo percorso. Poteva vedere il fallo di mano, anche se non era semplice. Per quanto riguarda il VAR, fanno fede delle parole di Rocchi,, che qualche settimana fa aveva detto che era meglio una chiamata in piùm piuttosto che una in meno. Quello che non si è pesato durante Milan-Lazio è che Collu è un bravo arbitro, ma ancora acerbo. La partita aveva detto poco o niente, ma se si accende la fiamma devi avere i gradi per tenere la situazione. Non è avvenuto. Sì sono incartati su un'OFR che forse non andava fatta, ma le parole di Rocchi potrebbero aver avuto un peso. E' andato in difficoltà su una trattenuta che, guardando la telecamera, è evidente che a compierla sia Pavlovic. Una volta andato all'OFR secondo me non avrebbe dovuto dare il rigore”.

LA DESIGNAZIONE DI COLLU - “Probabilmente per una partita del genere non era pronto. Rocchi lo sta spingendo, ma ricordiamo che siamo a San Siro con la potenziale prima in classifica in campo. C’erano tante cose che potevano evidenziare che non era maturo per una partita del genere. Perché lo ha designato? Rocchi è come un allenatore che vuole lanciare un giovane. Il difetto è che non era preparato a tenere botta nel giudizio finale dopo l’OFR. Sbaglia ad allontanare tutti, stando in mezzo alle panchine, in uno spazio che non è il suo. Davanti a quella situazione si sarebbe dovuto fermare in mezzo al campo e far capire che la colpa non era la sua”.

IL VAR LONTANO DALLE PANCHINE - “All’inizio del protocollo VAR si era già preso in considerazione di mettere il monitor dall’altro lato, lontano dalle panchine e dai punti caldi. A volte il problema è logistico, di cablaggio o di regia. Sicuramente il sistema può migliorare per dare più serenità all’arbitro”.

IL FALLO DI MANO - “Parto da una pagina del regolamento del gioco del calcio. Nell’aspetto dei falli di mano punibili o non punibili, c’è un pupazzetto che non ha il gomito. Io so dov’è il braccio e la mano, ma non dov’è il gomito (ride, ndr). Il tiro è verso la porta, ma è poco rilevante. Da 40 centimetri è difficile capire se c’è un braccio verso il pallone. A Pavlovic si sgancia la mano dalla maglia di Marusic, ma non sta guardando la palla. È una casistica limitata, ma propendo per il non rigore”.

LA DESIGNAZIONE DI GUIDA PER MILAN-LAZIO - “A Guida ho mandato un mandato messaggio per prenderlo in giro: gli ho detto che è ancora tempo per le castagne e quindi starà a lui levarle dal fuoco. Mi ha risposto che queste erano le mie partite”.

Niccolò Di Leo
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Niccolò Di Leo
Roma, 2000. Redattore per lalaziosiamonoi.it. Speaker, addetto social e redattore per Radio Laziale. Redattore per Lottomatica.sport, Goldbetlive.it, Totosì.sport e Calcio.com.