Lazio, finalmente Pereira: Andreas malato di stile, innamorato del Brasile... e dei suoi cani calciatori

Contro il Bologna è arrivato finalmente l'esordio di Andreas Pereira con la maglia della Lazio: le cinque curiosità sul talento brasiliano ex United.
26.10.2020 07:30 di  Elena Bravetti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, finalmente Pereira: Andreas malato di stile, innamorato del Brasile... e dei suoi cani calciatori

Finalmente l'esordio. Ciuffo biondo, viso che tradisce la sua giovane età e abbigliamento - compresa la mascherina - rigorosamente griffato. Andreas Pereira era approdato a Ciampino più di venti giorni, in compagnia della moglie Patricia e della figlia Maria Victoria, con tanta voglia di conquistare la fiducia di Simone Inzaghi e dei tifosi biancocelesti. Ma il centrocampista ha dovuto attendere e, solamente ieri contro il Bologna, archiviata l'influenza che l'aveva tenuto ai box, è arrivato il debutto. Nato in Belgio, a Duffel, l'ex United si sente brasiliano a tutti gli effetti, al punto da scegliere, senza troppi dubbi, la Seleçao: "Mi sento brasiliano e lo sono. Tutti gli anni ritorno nel mio Paese per trovare i miei cari e gli amici. Sono molto legato". Una famiglia, quella di Pereira, costretta a spostarsi per seguire il padre di Andreas, Marcos, ex calciatore con alle spalle un'esperienza di qualche anno proprio in Belgio. 

L'AIUTO DI UN PADRE - Il classe '96 ha coltivato, nel corso degli anni, una vera e propria ammirazione nei confronti del padre, vero artefice del successo del figlio: "Fin da bambino svolgevo i suoi allenamenti, per questo ho iniziato a giocare molto presto. Mi ha sempre aiutato molto, dentro e fuori dal campo, avere un padre ex calciatore è una fortuna". Parole al miele ricambiate dal capo famiglia, ancora molto presente nella vita del figlio, al punto da chiamarlo una serie infinita di volte nell'arco della giornata: "Ho lasciato che Andreas scegliesse la sua strada, voleva fare sport e per fortuna è appassionato di calcio". Il loro è un legame viscerale. Nella sala principale della casa di Manchester, il giocatore conserva gelosamente Diego, il pony giocattolo che il padre gli regalò quando era solamente un bimbo, e che ora è il "compagno di giochi" preferito della piccola di casa Pereira. 

OSSESSIONE VERDEORO - Nel proprio quartier generale, Andreas ha predisposto una zona per i suoi cani, Zico e Cafu, con lui rispettivamente da poco più di quattro e due anni. La scelta dei nomi non è, ovviamente, casuale e nasconde una vera ossessione per i colori verdeoro: "Quando abbiamo preso Cafu, ero in difficoltà sul nome. Poi ho deciso di chiamarlo così, come il capitano". Ma i nomi dei cani sono solamente due dei moltissimi riferimenti di Pereira all'universo brasiliano: Kakà è, a tutti gli effetti, il suo idolo. Ma è anche disposto a spostarsi dalla propria patria, almeno in quanto a modelli. Da non dimenticare, infatti, la maglia di Cantona, firmata e incorniciata, che campeggia sulla parete principale dell'abitazione del centrocampista. 

MALATO DI STILE - Talentuoso, determinato, ambizioso e... malato di stile. Andreas Pereira è talmente attento a capelli e all'abbigliamento che passa una quantità indefinita di tempo davanti allo specchio. Attenzioni ripagate dai risultati. D'altronde le foto pubblicate sui profili social testimoniano un certa cura dei dettagli e del look. Ad aiutarlo nella condivisione della propria immagine, i suoi due social media manager. Anche loro biondissimi e amanti della moda. E con Andreas sembrano aver fatto un buon lavoro. Il numero di followers su Instagram - 2,4 milioni - è da vero influencer!

UN PIZZICO DI POLEMICA - Il neo-acquisto della Lazio non è un ragazzo che le manda a dire. Lo confermano le parole utilizzate, ad esempio, per descrivere due talenti come van Dijk e Milner: "Non mi piacciono. Sono arroganti, anche nel modo di giocare". Non è avaro di complimenti, al contrario, nei confronti dei suoi connazionali, David Luiz e Willian: "Sono tranquilli, geniali. Quando giocavamo tutti in Premier League, ci sentivamo prima di ogni partita". L'ex United è abituato a correre, nella vita, nella carriera ma anche in strada. Nell'ottobre del 2017, ai tempi dell'esperienza in prestito tra le fila del Valencia, è stato multato per eccesso di velocità: in una via urbana della città spagnola, in cui il limite era fissato a 50 km/h, la macchina guidata dal brasiliano sfrecciava a 148 km/h. Puntuale, a onor del vero, l'ammissione di colpa del calciatore: "Ho sbagliato, accetterò qualunque sanzione". Imparata la lezione, in auto non si corre. In campo, e con l'aquila sul petto, però, potrà darsi alla pazza gioia. Capito, Andreas?

Pubblicato il 25/10

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