ESCLUSIVA - Mea Vitali: "Lazio che rimpianto, meritavo una chance! Ora prendi Rondon e punta alla Champions..."

24.03.2013 11:00 di  Davide Capogrossi  Twitter:    vedi letture
Fonte: Davide Capogrossi- Lalaziosiamonoi.it
ESCLUSIVA - Mea Vitali: "Lazio che rimpianto, meritavo una chance! Ora prendi Rondon e punta alla Champions..."

“La Lazio? La seguo spesso in tv, deve puntare al terzo posto”. Dal Colosseo a Barquisimeto, capitale dello stato venezuelano del Lara. Ottomilatrecento kilometri di distanza, comunque sintonizzato sulle frequenze biancocelesti. Miguel Mea Vitali nel suo Paese è un eroe, un guru del calcio. Le presenze con la Nazionale sono 82, e il tassametro corre. Nove anni fa la Lazio lo acquistò nella famosa giornata dei nove piccioni con una fava. Da Brian Robert a “El Tate” Gonzalez”, non ebbero un gran seguito. La vera stella in quel gruppone era Tommaso Rocchi. Ma Mea Vitali a differenza dei compagni di sorte, aveva i piedi educati del regista e una grande intelligenza calcistica. Aveva solo 23 anni e un buon numero di presenze con la Nazionale del suo Paese. Né Caso né Papadopulo gli concessero un’opportunità e Mea Vitali fu accartocciato e cestinato come tanti, anche se forse avrebbe meritato un briciolo di fiducia. Oggi, nove anni più tardi, ha conservato il viso da sbarbatello e un sorriso mai negato, anche nelle difficoltà. Per Miguel Mea Vitali la Lazio ha rappresentato un percorso importante nella sua carriera e, tra ricordi e rimorsi, si concede in una lunga intervista in esclusiva ai microfoni di Lalaziosiamonoi.it.

Dopo tanto girovagare, dove predichi il tuo calcio ora?Dopo la Lazio sono andato un anno in Grecia al Levadeiakos, poi in Svizzera, poi al Vaduz (Liechtenstein) e infine sono tornato in Venezuela. Lo scorso anno sono arrivato al Deportivo Lara, abbiamo vinto l’Apertura e il Clausura e ora stiamo giocando la Coppa Libertadores".

In Venezuela eri un eroe, in Europa non hai mostrato le tue qualità… Sicuramente ho avuto il rimpianto di non aver potuto dimostrare in Europa quello che avevo fatto in Venezuela, sia in Nazionale che al Caracas. I campionati europei sono più duri di questo. Alla Lazio non ho avuto spazio perché avevo davanti dei veri campioni. Ringrazio comunque il gruppo perché è sempre stato al mio fianco, ma non ho avuto mai neanche l’opportunità di giocare una partita”.

Ti ricordi i dettagli del trasferimento alla Lazio?Era un giorno particolare, di chiusura del calciomercato, nel quale il presidente Lotito prese circa 9-10 giocatori. Avevo firmato il contratto con l’Ancona in B, ma dopo tre settimane di ritiro era fallito. Sono rimasto ad allenarmi con il Napoli, non si sapeva neanche se avrebbero disputato la serie B o la C. Quando seppi che avrebbe disputato la C2 tornai in Venezuela, ma due giorni dopo chiamò la Lazio. E’ stata una sorpresa, e ho sempre ringraziato Dio per avermi dato l’opportunità di essere alla Lazio con grandi campioni che mi hanno aiutato molto sia dentro che fuori dal campo”.

Quali sono stati i maggiori ostacoli in quel percorso? Non fu facile, era una squadra con campioni di primo livello. Ero giovane, cercavo di imparare da loro ad ogni allenamento, li ascoltavo, aspettando la mia opportunità che non è mai arrivata né con Caso né con Papadopulo. Poi è arrivato Delio Rossi che mi ha dato una grande mano, ma io a quell’età volevo giocare e per questo sono andato via. Non ho comunque nessun rammarico, perché è l’allenatore che effettua le scelte e io le ho sempre rispettate”

Il giocatore che più ti ha impressionato?Ascoltavo molto i consigli di Liverani. Giocava un calcio molto facile, con uno-due tocchi. Sembrava avesse gli occhi anche dietro la testa. Mi piaceva molto vederlo giocare, era importante per me imparare da lui. Aveva un piede sinistro tra i migliori in Italia. Eccezionale sia come giocatore che come persona”.

Hai stretto rapporti con qualcuno in particolare?Ho legato con tutti, parlavo con tutti. Forse un po’ con Cesar, alcune volte andavamo a mangiare fuori, uscivamo insieme. Purtroppo ho perduto tutti i contatti, li guardo solamente in tv perché mi piace la Lazio e il calcio italiano. Spero un giorno di tornare magari in vacanza, ritrovarli e salutarli”.

Incontrasti qualche difficoltà nel lasciare la Lazio? “Non proprio. Avevo l’opportunità di andare in Grecia, avevo ancora un anno e mezzo di contratto e non percepivo lo stipendio da 6-7 mesi. Comunque alla fine avevo trovato un accordo perché a me importava solo giocare”.

Hai avuto modo di seguire la Lazio in questa stagione?La seguo spesso in tv, è l’unica squadra italiana che sta lottando per tre competizioni. In campionato è rimasta un po’ indietro perché questa Juventus è troppo forte e sicura di sé. Sarà dura, speriamo possa vincere la Coppa Italia e arrivare fino in fondo in Europa League”.

Dovrebbe puntare con più decisione al terzo posto o all’Europa League? L’ideale sarebbe puntare al terzo posto per qualificarsi per la prossima Champions League. Sarebbe un traguardo importante, ma loro penseranno a vincere anche le due competizioni per le quali concorrono”

Un tuo connazionale pronto per l’Italia? “Salomon Rondon (attaccante del Rubin Kazan, ndr). Ha dimostrato che può giocare ad alti livelli in Europa. E’ forte fisicamente, gioca bene come torre ed è molto abile con la palla tra i piedi”.

Il futuro di Mea Vitali?Spero di rimanere nel mondo del calcio. Mi piacerebbe fare l’allenatore, ma devo aspettare ancora un po’ e imparare molte cose”.

Un saluto al popolo biancoceleste... “Ringrazierò per sempre i tifosi della Lazio anche se purtroppo non mi hanno mai visto giocare. Li ricordo con affetto perché sono una tifoseria molto appassionata, che si fonde con la squadra e per me questo è molto importante. Grazie per sempre”: