Lazio, cosa c'è da sapere su Akpa Akpro: la fissa per il ballo, la moglie Nena e la lite Lotito-Ventura

L'ivoriano, acquistato dalla Salernitana, ha siglato il terzo gol contro il Borussia, gara d'esordio della Lazio in Champions League.
22.10.2020 07:30 di Elena Bravetti Twitter:    vedi letture
Fonte: Elena Bravetti - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, cosa c'è da sapere su Akpa Akpro: la fissa per il ballo, la moglie Nena e la lite Lotito-Ventura

Igli Tare si era sbilanciato in conferenza stampa: "Akpa Akpro si è meritato da solo questa maglia, per me è un piacere presentarlo". Tuttavia, i tifosi della Lazio non si sarebbero mai attesi un esordio internazionale così brillante per l'ex Salernitana, andato in gol nella gara del ritorno della squadra in Champions League. Dando un'occhiata alla storia del centrocampista, non si può dire di certo che il successo sia stato casuale, immeritato o frutto di un colpo di fortuna. Tutt'altro. Alle spalle dell'ivoriano tanti sacrifici e la voglia di non mollare mai. Il calcio come religione e una famiglia tanto unita quanto letteralmente "malata di pallone". Jean-Daniel è l'ultimo di tre fratelli. I due maggiori, Jean Jacques e Jean Louis, sono stati i veri artefici del successo del centrocampista della Lazio: "Giocavamo sempre, i nostri genitori cercavano di fermarci, l'amore per il pallone però prendeva sempre il sopravvento. I miei fratelli stavano già nel Tolosa. Io ero più piccolo, mi mettevo a giocare al bordo del campo. L'allenatore un giorno disse a mia madre che ero bravo e le consigliò di iscrivermi appena avessi raggiunto l'età giusta. Lo fece, così iniziai". 

IL RITMO NEL SANGUE - Nella vita di Akpa Akpro non c'è stato solo e sempre il calcio. Nel corso dei primi sette anni di vita, il classe '92 si dilettava nella break dance, per poi lasciarla una volta iniziato ad inseguire il pallone. Chi lo conosce giura di averlo visto ballare praticamente ogni stile: dalla tecktonik all'RnB. L'ivoriano sembra avere il ritmo nel sangue, tanto da danzare anche sui campi di calcio. Le difese avversarie confermano. A proposito di chi balla con il pallone, Jean-Daniel non ha mai nascosto un legame speciale con due che di calcio se ne intendono. Si tratta di Serge Aurier e dell'ex campione Didier Drogba, menzionato dal neo-acquisto biancoceleste anche nella conferenza stampa di presentazione: "Didier mi ha detto di non cambiare mai, si è complimentato con me dicendomi che sono un uomo vero, in grado di dar tutto in campo".

IL PUPILLO DI LOTITO - E questa sua generosità non è passata inosservata agli occhi del presidente Claudio Lotito. È diventato virale il duro confronto tra il numero uno di Lazio e Salernitana e l'allora tecnico granata Gian Piero Ventura. Al centro della disputa Akpa Akpro e la scelta dell'allenatore, sciagurata secondo il patron, di toglierlo dal campo per dare spazio a Maistro nella gara di agosto contro lo Spezia: "Ha rovinato tutto. Ha tolto Akpa a centrocampo, questo è matto". Parole che testimoniano la stima di Lotito nei confronti del ventottenne e che spiegano la volontà della dirigenza biancoceleste di portarlo a Roma. 

DICONO DI ME - Spesso dietro a un ottimo calciatore c'è un grande uomo, ed Akpa Akpro non fa eccezione. L'ivoriano viene riconosciuto da tutti come un "ragazzo gentile, una persona su cui sei sempre sicuro di poter contare", per utilizzare le parole di Adrien Regattin. Pensiero simile quello di Ali Ahamada, un altro calciatore cresciuto nel Tolosa: "Ha tanta gioia di vivere, di divertirsi". Ben Yedder si discosta dai propri colleghi e sottolinea, invece, la calma di Akpa Akpro, ma per François "Pantxi" Sirieix si tratta di una "falsa calma": "Quando è il momento di stare in silenzio è tranquillo, ma quando bisogna scherzare è sempre il primo. È testardo, ambizioso, ha una forte personalità. Alterna momenti in cui esibisce un grande sorriso a momenti in cui è scontroso". 

NON MOLLARE MAI - Taglio di Immobile, Akpa Akpro ci crede, accompagna l'azione e consegna la palla in rete, firmando il terzo gol dei biancocelesti contro il Borussia Dortmund. Il fermo immagine dei festeggiamenti e degli abbracci coi compagni è il punto più alto di un percorso iniziato tanto tempo fa e che è stato tutt'altro che in discesa. Basti pensare che solamente tre estati fa era svincolato. A mettere i bastoni tra le ruote al centrocampista, diventato capitano del Tolosa a 23 anni, la pubalgia, a cui ha fatto seguito un'intera stagione trascorsa ai box tra il 2016 e il 2017. Una squadra non l'ha avuta fino a febbraio 2018, momento del suo passaggio alla Salernitana. L'approdo in granata ma l'idea di veder la propria maglia tingersi di biancoceleste, però "dopo un anno e mezzo per me la speranza era morta". Contrariamente a quanto diceva a sè stesso, nella propria mente ha custodito sempre il sogno. Ha lottato, si è rimesso in discussione nel campionato cadetto, confermandosi un giocatore duttile e disposto a ricoprire più ruoli per poter essere più congeniale al gioco del tecnico. Ha fatto propria la frase che, per un curioso scherzo del destino, è ora il coro della propria squadra, "Non mollare mai". Jean-Daniel, anche grazie al sostegno della compagna Nena e dei suoi due figli, non l'ha mai fatto.

Pubblicato il 21/10

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