Focolari, il ricordo di Tomba: "Ha segnato un'epoca. La Lazio tra le sue passioni più grandi"

RASSEGNA STAMPA - Alberto Tomba, leggenda dello sci italiano, ha ricordato in un'intervista al Messaggero Furio Focolari, storico volto della Rai e opinionista biancoceleste, scomparso domenica a 78 anni. Per l’ex campione, la voce di Furio ha segnato un’epoca, raccontando le sue più grandi vittorie. Ha spiegato che dal 1988 in avanti ci furono momenti indimenticabili che lo legavano al telecronista: le Olimpiadi di Albertville nel ’92, la Coppa del Mondo di Bormio nel ’95 e i Mondiali del ’96 con le due medaglie d’oro nello slalom gigante e nello speciale. "Furio era sempre lì – ha sottolineato – a raccontare e trasmettere emozioni con la sua voce. Se ripenso a quelle vittorie, penso inevitabilmente anche a lui".
Tomba ha ricordato anche un episodio particolare ai Mondiali di Sierra Nevada, quando Focolari decise di sorprenderlo. Dopo i due ori, racconta, chiamò perfino sua madre in diretta, dalla cabina insieme a Paolo De Chiesa e Carlo Gobbo. Erano anni d’oro, iniziati già dal Mondiale di Crans-Montana ’87. Le telecronache di Furio, ha aggiunto, "erano pura passione e ancora oggi mi vengono i brividi rivedendo quelle immagini con la sua voce in sottofondo".
Non solo sci, però. Tomba ha sottolineato che Focolari aveva tre grandi passioni vissute con il cuore: la Lazio, l’Alta Badia e Madonna di Campiglio: "Sono sicuro che ora starà volando in cielo con l’aquila della sua squadra". Nonostante la distanza, con Tomba a Bologna e Focolari a Roma, i due si sentivano spesso.
Parlando del giornalista, l’ex campione lo ha definito molto più di un telecronista: era una presenza familiare, capace di entrare nelle case e diventare parte della vita di tutti. Ha poi ricordato come Focolari, insieme ad Alfredo Pigna e Carlo Gobbo, sia da considerare tra le vere leggende della televisione sportiva italiana.
L’ultimo saluto a Furio è in programma oggi alle 11 presso la Chiesa di Ponte Milvio. La sua voce, però, resterà per sempre nella memoria di chi l’ha ascoltata, come un’eco indelebile capace di trasformare ogni gara in emozione.