Lazio, Valentini (ex dg Figc): "Italia, Inzaghi e un Lotito pirotecnico: vi dico tutto"

La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha intervistato in esclusiva l'ex dg della Figc Antonello Valentini: tra la Nazionale, la Lazio, Inzaghi e Lotito
18.10.2019 07:25 di Alessandro Vittori Twitter:    vedi letture
Fonte: Lalaziosiamonoi.it
Lazio, Valentini (ex dg Figc): "Italia, Inzaghi e un Lotito pirotecnico: vi dico tutto"

Una settimana di festeggiamenti per l'Italia, che ha collezionato altre due vittorie, di attesa per la Lazio che sta preparando la sfida all'Atalanta. La redazione de Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva l'ex dg della Figc Antonello Valentini, che ha espresso la sua opinione sul cammino dell'Italia, sulla Lazio, Inzaghi, Lotito e tanto altro.

Che percorso è stato finora quello di Mancini alla guida dell'Italia?

"Un percorso certamente promettente. Non è mai capitato che la Nazionale italiana si qualificasse con tre giornate di anticipo per gli Europei. Certo bisogna anche considerare gli avversari nel girone e quindi tenere i piedi per terra. Io penso che il periodo in cui Mancini potrà lavorare senza l'assillo del risultato dovrò continuare a costruire la squadra. Siamo a buon punto, ma il cantiere è aperto e vista la modestia degli avvesari incontrati fin qui non bisogna illudersi".

Per colmare il gap con le più forti il segreto è insistere con una mentalità propositiva?

"Mancini sta lavorando bene, però ha il compito difficile di ricostruire una squadra e un ambiente devastati dalla mancata qualificazione agli ultimi Mondiali. Sta cercando i giovani del calcio italiano che potranno portarci non soltanto a disputare un buon Europeo nella prossima estate, ma anche al Mondiale 2022. Il suo compito è particolarmente difficile perché deve insieme far crescere i giovani e operare un ricambio generazionale dovuto all'età di alcuni senatori. Mancini è una persona di buon senso, è estremamente realista. Conosce l'ambiente azzurro per averlo frequentato da calciatore e quindi ci sono tutte le premesse per costruire una buona squadra. Dire che siamo a metà strada è la cosa più giusta e opportuna senza farci eccessive illusioni".

Contro la Grecia il pubblico ha risposto, quanto è importante l'appoggio della gente?

"È molto importante perché i giocatori avvertono l'affetto del pubblico. L'Italia esce dalla gestione Tavecchio - Ventura disastrosa, e dopo 60 anni da protagonisti non ci siamo qualificati a Russia 2018. Il compito di questa squadra quindi è anche quello di recuperare l'affetto, la simpatia, la stima del pubblico. L'operazione dell'Olimpico di sabato scorso è andata perfettamente a segno. Il colpo d'occhio è stato ottimo, i giocatori hanno avvertito anche il peso di questa responsabilità e ho l'impressione che ci sia una forte consapevolezza del ruolo che la squadra può avere per riportare la gente attorno alla maglia della Nazionale".

Come vede la Lazio nella corsa a un posto Champions?

"La Lazio è una buona squadra. Dire che è attrezzata per avere come obiettivo un posto in Champions League mi pare un pochino azzardato. Detto questo, a parte qualche scossone o inciampo iniziale, vedo che Inzaghi, di cui mi fido e stimo molto eseendo stato con noi in Nazionale, abbia tutti i numeri, le conoscenze, l'esperienza per portare la squadra ai vertici della classifica italiana e perché no, in Champions League. Certo ha bisogno di continuità di risultati, perchè andare a singhiozzo non ti porta lontano. La Lazio ha i numeri per fare bene, magari con una panchina corta, come si è visto nelle coppe. Senza alcune delle colonne della squadra si fa troppa fatica a emergere".

Immaginava che Inzaghi potesse diventare un grande allenatore?

"Devo dire dire di sì. Sia lui che il fratello Pippo, che veniva convocato anche lui con l'Italia, pensavo potessero intraprendere questa carriera. Mi sono sempre sembrati dei ragazzi molto quadrati, impegnati, seri, che avevano la disponibilità a imparare. Non avevano la spocchia di alcuni giocatori, l'umiltà di chi sa che deve sfruttare gli insegnamenti degli allenatori più esperti, come per esempio Zoff. Credo che ciò sia stato utile nella crescita di Simone".

Il raccordo tra Lazio e Nazionale è Immobile, il prossimo può essere l'Europeo della svolta?

"Me lo auguro, perché in una Nazionale che deve andare avanti ci deve essere posto per tutti. Non voglio fare paragoni tra Immobile e Belotti, se dovesse arrivare Balotelli. Ciro ha tutte caratteristiche ed è uno dei pochi che in quel ruolo vede la porta, è in grado di fare gol, ha un cuore grande, una generosità enorme. Anche lui se mette da parte alcuni piccoli capricci e malumori quando viene sostituito, può essere molto utile alla Nazionale. Mancini ha già dimostrato di non avere preclusioni per nessuno. Abbiamo un insieme di attaccanti che possono portarci lontano, a patto che il gruppo sia coeso e lo spogliatoio compatto".

Un pronostico su Lazio - Atalanta?

"L'Atalanta è una squadra compatta, molto ben organizzata. Credo che si possa puntare su un pareggio più che dignitoso per entrambe. Lazio e Atalanta giocano a pallone e questo fa ben sperare anche per lo spettacolo. Per me l'Atalanta ha qualche elemento di maggiore inventiva e talento rispetto alla Lazio, ma la squadra biancoceleste ha in due o tre giocatori che possono garantire il salto di qualità".

Qual è il suo rapporto con Lotito?

"Claudio Lotito lo conosco bene, ci siamo visti tante volte in Figc. È un personaggio a cui va dato atto di aver saputo rilanciare questa società. Lotito, e questo gliel'ho detto tante volte, ha un grande difetto: è un uomo che non ascolta gli altri. Penso che un confronto più aperto con chi gli sta vicino, con chi lo critica e gli apre dei punti di vista diversi potrebbe fare bene a lui e alla società. È un uomo pirotecnico, infaticabile e anche coraggioso. Come sapete ha affrontato con grande decisione passaggi complessi, come il rapporto con alcuni tifosi. In questo senso tanto di cappello a Claudio Lotito. Se trovasse una misura tra la sua grande personalità, qualche eccesso di arroganza e qualche verbosità di troppo, potrebbe aspirare a essere uno dei più illuminati dirigenti del calcio italiano. Considerando che è già ai vertici".

Che ne pensa dell'ultima inchiesta su eventuali irregolarità nell'elezione di Miccichè come presidente di Lega?

"Miccichè, che oltre a essere presidente di Lega è vice-presidente della Federazione e numero uno di uno dei più grandi gruppi bancari italian, Banca Imi del gruppo Intesa Sanpaolo, ha il diritto e l'interesse di sapere come sono andate esattamente le cose. Penso che il procuratore federale Pecoraro non possa esimersi dall'aprire un'indagine e verificare come sono andate le cose quando il presidente del Coni Malagò, che presiedeva quell'assemblea in quanto commissario straordinario della Lega, decise di non far scrutinare le schede di voto, ma proclamare eletto all'unanimità Miccichè e di far chiudere le schede in una busta sigillata che è ancora nella cassaforte della Lega. Miccichè aveva posto come condizione per l'elezione il voto unanime ed è giusto che sappia se quel voto sia stato unanime o meno. Detto questo, resta da capire perché gli oppositori di Miccichè o chi ha tirato fuori la storia nelle ultime settimane non abbia a suo tempo fatto ricorso nei 30 giorni previsti dal regolamento. È chiaro che il 21 c'è un'altra assemblea sulla vicenda dei diritti tv e in ballo ci sono fazioni contrapposte, interessi diversi e quindi si gioca una partita molto significativa e che porta tanti denari nelle casse delle società".

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​​​​​​Pubblicato alle 14 del 17/10