Var, tutti i numeri: oltre 100 interventi, ma aumentano le proteste. E per il futuro...
Se l’incontro di Milano in via Rosellini ha fatto notizia soprattutto per il mea culpa di Rizzoli sul rigore non dato al Milan (Fabbri sarà fermato un mese), il vertice tra arbitri e club è stato un momento utile sotto tanti aspetti. A partite dalle spiegazioni date dal designatore della Can A sul penalty dato alla Lazio: “Le indicazioni internazionali propendono per la punibilità. Se l’intenzione è impattare la palla con il corpo e il braccio è largo, poco conta che rimpalli su un’altra parte del corpo. E dove ci fossero dubbi, la discriminante è l’intenzione del difendente: se è di giocare la palla, marcare l’avversario o presidiare la zona, si propende per la non punibilità; al contrario se l’intento è creare ostacolo con il corpo su un tiro o un cross, si propende per la punibilità”. Un tocco di mano quello di Locatelli che ha fatto scuola e che vedrà inserire da parte di Ifab e Fifa quel contatto ‘anca-braccio largo’ nella casistica.
VAR, I NUMERI - Occhio anche al rapporto sulle decisioni prese attraverso la tecnologia. Nelle prime 30 giornate sono 18 gli errori certificati dalla’Aia e ben 89 le correzioni su un totale di 121 interventi della Var (1 ogni 2,58 gare), dei quali 92 on field review (immagini riviste in campo) e 29 overrule (in sala Var). Tra questi il 90% degli abbagli è arrivato proprio per falli di mano e da rigore. Calano le simulazioni, ma a preoccupare sono soprattutto le proteste. Dei 1388 cartellini gialli 100 sono arrivati proprio per protesta con un aumento del 20% rispetto alla scorsa stagione. Segnale di una tensione crescente e di una perdita di fiducia verso il Var, messo sempre più in discussione nell’utilizzo della tecnologia. Tanto che sono arrivati anche 9 rossi per proteste (lo scorso anno soltanto uno). In soccorso nel prossimo futuro potrebbero arrivare report settimanali sulle decisioni arbitrali, con foto, video e didascalie esplicative. Nicchi e Rizzoli ci stanno pensando.
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