Lazio, suona l'orchestra di Inzaghi: una musica per la Champions

25.11.2019 07:30 di  Alessandro Zappulla   vedi letture
Fonte: Alessandro Zappulla - Lalaziosiamonoi.it
Lazio, suona l'orchestra di Inzaghi: una musica per la Champions

Vincere per confermare la propria dimensione. Inzaghi voleva riabbracciare una Lazio di qualità e soprattutto di gran maturità ed è stato accontentato. La sfida sulla via Emilia ha confermato la dimensione da grande che la compagine laziale ha assunto ormai da qualche settimana. L'estro ispiratore di Luis Alberto, la tenacia di Caicedo e il killer instinct di Immobile hanno fatto ancora una volta la differenza. Sulla carta quella con il Sassuolo era una gara da ipotecare senza troppi indugi, ma è proprio di fronte a certi scogli che la Lazio in passato ha rischiato di arenarsi. Verrebbe da dire che il nerbo di questo gruppo sta venendo fuori. "Nessun patto è stato siglato nello spogliatoio", ha spiegato Caicedo, ma per carità la Champions ora è proprio un chiodo fisso. "L'esperienza degli anni passati ci ha insegnato qualcosa". Eccolo il ruggito della pantera che in mixed ancora rimbalza, facendo eco alla prodezza in campo. Tutti compatti, tutti uniti e pazienza se l'Europa è andata a farsi benedire. Nel calcio si vive di presente. A volte questa verità può sembrare spietata, ma stavolta aiuta a lenire la possibile unica macchia di avvio di stagione  (qualora l'eliminazione si concretizzasse nel girone). La creatura di Inzaghi appare diversa adesso. Ha preso forma, si è modellata e potrebbe proseguire il volo dei grandi a lungo. La carta vincente qual è però? Cosa potrebbe esserci di così diverso rispetto al passato verrebbe da chiedersi. Semplice è la risposta: "maturità". La parola magica per una crescita uniforme che ha coinvolto anche elementi di poco spicco. Patric, Caicedo e Marusic, ad esempio, rappresentano dei "titolari" aggiunti. Cataldi ha completato poi il suo personale salto di qualità e in questo gruppo può giocare senza lasciar rimpiangere Leiva. Nel coro degli emergenti spiccano solisti di livello: Luis Alberto, Immobile e Acerbi, che oggi esprimono un sound raffinato. Infine fra i decani c'è chi dà sempre tutto, fino all'ultimo fiato: vedi Radu, Lulic e Leiva. Passa in secondo piano anche il fatto che a stentare ora sia un esperto del settore come Parolo o un talento in erba come Sergej. C'è sempre chi tira fuori l'asso nella manica al momento giusto, azzerando le difficoltà che potrebbero innescarsi. Che sia attaccante come Correa, centrocampista come Lazzari o che giochi in porta come Strakosha, poco conta. Il coro delle voci laziali oggi esprime una sinfonia vincente. L'opera si completa infine a perfezione quando nessuna tonalità viene meno. Ecco perché tutti sono fondamentali, perfino chi non trova continuità sul palcoscenico domenicale. Le esibizioni saltuarie di Bastos, Ramos e Lukaku sono ugualmente funzionali alla sinfonia del Maestro Inzaghi. Tutti insieme, tutti appassionatamente uniti. Peccato per le voci rimaste sotto esame alle nostre orecchie ancora sconosciute. La loro scarsa presenza non gli fornisce la chance di riscatto, ma non è detto che il treno non ripassi presto. A questo dovranno ispirarsi Vavro, Jony e Berisha. Solo così potranno sperare di entrare far parte di questa meravigliosa creatura. Suona l'orchestra sinfonica di Inzaghi. Suona e intona un canto a perdifiato. La musica è incantevole, lo spettacolo è poesia. Oggi la Lazio è nell'alta classifica della serie A. Il suo suono è gradevole e non smette di riecheggiare.

Pubblicato il 24/11 alle ore 22:30

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